Gli pseudocereali: l’amaranto

Per il terzo appuntamento della nostra rubrica sugli pseudocereali, oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda presenta l’amaranto. Seme di origini antichissime, collocate in Messico e in Perù, viene riscoperto grazie alle sue proprietà nutrizionali e alla versatilità dell’utilizzo. 

LE ORIGINI

Meno conosciuto rispetto a quinoa e grano saraceno, l’amaranto è un seme molto antico originario dell’America centrale. Le sue origini sono collocate in Messico e Perù. Veniva considerato dal popolo Azteco un Grano Misterioso o il Grano degli Dei.

Oltre al consumo in cucina, infatti, l’amaranto veniva utilizzato anche per scopi religiosi.

L’arrivo dei Conquistadores spagnoli bloccò bruscamente la diffusione della pianta, imponendo la coltivazione di piante di maggior potenziale economico.

L’amaranto viene quindi dimenticato per molto tempo, ma grazie alla sua importanza a livello nutrizionale, viene riscoperto, rivalutato e introdotto nel mercato europeo e americano.

LE CARATTERISTICHE

I semi dell’Amaranto sono piccolissimi granelli di colore giallo miele o dorato .

Per ottenere 10g di prodotto, occorrono circa 1000/2000 semini!

Esistono più di sessanta specie, ma ne vengono utilizzate principalmente tre: il caudatus, il cruentus e l’hypochondriacus.

VALORI NUTRIZIONALI

100g di amaranto crudo apportano circa 371 kcal e contengono approssimativamente:

  • 11g di acqua
  • 13g di proteine
  • 7g di lipidi
  • 65g di carboidrati
  • 6,7g di fibre.

L’amaranto è ricco di proteine e fibre che favoriscono il funzionamento del transito intestinale, migliorando la digestione.

Contiene lisina in grandi quantità, un amminoacido importante per la formazione di proteine e anticorpi, ormoni ed enzimi.

La lisina svolge inoltre un ruolo importante nello sviluppo e fissazione del calcio nelle ossa ed è precursore della vitamina B3 o PP, chiamata niacina.

L’amaranto contiene inoltre sali minerali preziosi, come ferro, calcio, selenio, fosforo e manganese.

COME CUCINARE L’AMARANTO

Estremamente versatile in cucina, l’amaranto può essere utilizzato per preparare qualsiasi portata, da zuppe, a finger food e persino dolci.

Se unito alla farina, può essere utilizzato per preparare pasta fresca fatta in casa.
Se soffiato, è un ottimo ingrediente da aggiungere a latte e yogurt o per la preparazione di un ottimo porridge.

CONTROINDICAZIONI

Generalmente il consumo alimentare di amaranto è ben tollerato e non desta alcun disturbo.

Tuttavia, data la discreta presenza di acido ossalico, il suo consumo è sconsigliato persone affette da patologie renali, artrite reumatoide e gotta.

Inoltre, a causa dell’elevato contenuto di proteine, è sconsigliabile consumarlo insieme ad altri alimenti particolarmente proteici.


Non perdete una ricetta a base di questo prezioso pseudocereale che verrà pubblicata settimana prossima sui nostri social.

Gli pseudocereali: il grano saraceno

Continua la mini rubrica sugli pseudocereali. Mercoledì 22.02.23, la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda presenta il secondo protagonista di questi appuntamenti: il grano saraceno. Largamente utilizzato come sostituto nei regimi alimentari senza glutine, il grano saraceno è una fonte ricchissima di nutrienti, come proteine, lipidi e sali minerali.

Sapete qual è lo pseudocereale che, oltre a essere la base di due piatti tipici della tradizione italiana – i pizzoccheri e la polenta taragna – viene largamente utilizzato come sostituto di cereali con glutine?

I celiaci sapranno sicuramente la risposta.

Esatto, il grano saraceno.

LE ORIGINI

Il grano saraceno, o grano nero, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle poligonacee, polygonum fagopyrym. È una pianta annuale che compie il suo ciclo biologico in 80-120 giorni durante le stagioni calde, primavera ed estate.

Le condizioni ideali per la sua crescita rigogliosa sono infatti caratterizzate da un clima mite, non troppo freddo e senza sbalzi di temperatura o carenza di acqua, due fattori di minaccia alla sua sopravvivenza.

Le sue radici toccano origini antichissime, nelle lontane terre della della Siberia, della Manciuria e della Cina. Arriva in Italia nel XV secolo grazie al commercio marittimo dove trova terreno fertile in Valtellina, zona attuale di principale produzione sul suolo nazionale. I maggiori produttori europei sono i paesi dell’Est.

PROPRIETA’ NUTRIZIONALI

Il grano saraceno possiede tutte le caratteristiche nutritive di un cereale e di un legume pur non essendo, da un punto di vista botanico, né uno né l’altro. Oltre a essere fonte energetica, le sue componenti nutrizionali lo rendono un alimento raccomandato nell’alimentazione di sportivi, donne in gravidanza e anziani.

È facilmente digeribile perché ricco di amilosio e di amilopectina.

Contiene proteine di un buon valore biologico ricche di aminoacidi essenziali – come lisina, treonina, triptofano – e lipidi, sia acidi grassi saturi e sia polinsaturi.

È molto ricco di sali minerali come ferro, zinco, fosforo, potassio, selenio e rame.

Le vitamine presenti sono soprattutto la B1, la B2 e la niacina (PP).

Accanto a tutti questi nutrienti, il grano saraceno ha una preziosa componente: gli antiossidanti, come la rutina, i tannini e i flavonoidi. Questi hanno una funzione importante nel rafforzamento delle pareti capillari, migliorando il microcircolo.

CONTROINDICAZIONI

Nonostante il grano saraceno sia naturalmente privo di glutine, questo pseudocereale rimane un potenziale allergene. Allergie al grano saraceno sono principalmente diffuse in Asia, anche se studi recenti hanno dimostrato la comparsa di tale sensibilità anche in Italia.


Non perdere di vista i social di Amica Natura per scoprire una nuova ricetta che vede protagonista proprio il grano saraceno!

Non perderti il prossimo episodio sugli pseudocereali insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda mercoledì 01.03.2023.

Come Lilli e il Vagabondo

Festeggiato in tutto il mondo, il giorno di San Valentino è una celebrazione all’amore in tutte le sue forme.
Uno dei film più romantici di sempre, sia per grandi che per piccini, è Lilli & il Vagabondo in cui i protagonisti scoprono il loro affetto proprio davanti a un bel piatto di spaghetti con le polpette.

Quale miglior modo di incoronare l’amore con questo piatto iconico?

Ecco la nostra ricetta degli spaghetti alle polpette al sugo, di carne o vegetariane, dedicata a tutti gli innamorati!

❤ INGREDIENTI ❤

200g spaghetti

200g polpettine di carne bovina (o polpettine vegetariane a base di soia) Amica Natura

1 carota

1 sedano

1/2 cipolla

300g passata di pomodoro

Olio Extra Vergine d’Oliva

qb basilico, sale

❤ PROCEDIMENTO ❤

Togliere dal freezer le polpette Amica Natura, disporle su una teglia e inserire in forno preriscaldato a 200° e lasciar cuocere per circa 10 minuti.

Preparare il soffritto tagliando finemente la carota, il sedano e la cipolla. In una padella scaldare un goccio di olio Extra Vergine, quindi versare il trito di verdure e lasciar cuocere per qualche minuto. Quindi aggiungere la passata di pomodoro. Salare a piacere e lasciar cuocere per 20 minuti circa.

Cuocere gli spaghetti in acqua salata*, scolarli e saltarli nella passata di pomodoro.
Aggiungere le polpette e qualche foglia di basilico a piacere.

Impattare e servire caldo.

*per degli spaghetti sempre al dente provate la cottura passiva: buttare la pasta in acqua bollente e salata, mescolare per evitare che si attacchi sul fondo e lasciar cuocere per due minuti circa. Quindi spegnere il fornello e lasciar cuocere a fuoco spento. Aggiungere 2 minuti al tempo di cottura usuale.

Oltre ad avere una pasta sempre al dente, questa tecnica di cottura vi permetterà di risparmiare un pochino sulla bolletta!

❤ Buon San Valentino a tutti ❤

Gli pseudocereali: la quinoa

Una mini rubrica insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda. Tre appuntamenti alla scoperta di tre pseudocereali che, negli ultimi tempi, sono diventati protagonisti delle tavole italiane: quinoa, grano saraceno e amaranto.
Scopriamoli insieme. 

Sapete qual è la differenza tra riso e quinoa? Tra orzo e grano saraceno?

O tra farro e amaranto?

Avete mai sentito parlare di pseudocereali?

 

CEREALE O PSEUDOCEREALE?

La parola cereale non fa direttamente riferimento alla classificazione botanica, quanto all’uso che si fa di un determinato alimento.

Il termine deriva dal latino e significa appartenente a Cerere, dea della fertilità e dei campi.

I cereali appartengono per lo più alla famiglia delle graminacee. Queste piante erbacee producono frutti dai quali si ricavano farine o altri cibi.

I più conosciuti sono grano, riso, mais, avena, farro e orzo, ma vi sono anche sorgo, bulgur, miglio e tanti altri ancora. Possono essere con o senza glutine.

 

Gli pseudocereali possiedono numerose caratteristiche simili ai cereali, sia per il loro utilizzo e consumo che per i valori nutrizionali.

Tuttavia, gli pseudocereali provengono da famiglie botaniche diverse e hanno delle caratteristiche particolari.

I più conosciuti sono la quinoa, il grano saraceno e l’amaranto.

Questi sono naturalmente privi di glutine, quindi ottimali per le persone affette da celiachia o da gluten-sensitivity.

 

Oggi vediamo insieme la quinoa.

 

LA QUINOA

La quinoa deriva dai semi di una pianta erbaceaa appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae (come le spinaci e la barbabietola), originaria dell’America del Sud.

Questi semi contengono però saponine, glicosidi terpenici dal sapore molto amaro.

I semi vengono lavorati per rimuovere il rivestimento fibroso contenente le saponine che, altrimenti, comprometterebbero la commestibilità del prodotto stesso.

Le foglie di quinoa vengono consumate come verdura, esattamente come quelle di barbabietola e spinaci.

Purtroppo, la loro disponibilità commerciale è molto limitata.

 

LE CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI

Coltivata soprattutto in Boliva, Perù, Cile ed Equador, la quinoa viene raggruppata in tre categorie a seconda del colore: bianca, nera e rossa.

Ha un apporto energetico significativo fornito principalmente da carboidrati, proteine e da un piccolo apporto di lipidi. La ricca presenza di fibre rende questo pseudocereale idoneo a una dieta per diabetici, evitando la formazione di picchi glicemici.

Inoltre, contiene sali minerali con buone concentrazioni di fosforo, ferro, magnesio, calcio e zinco. Contiene anche omega3 e omega6.

La quinoa è naturalmente priva di colesterolo, glutine e istamina. Per questo motivo la quinoa è un alimento ben tollerato da tutti.

 

IN CUCINA

La quinoa è un alimento molto versatile in cucina, perfetta per la preparazione di piatti sani e nutrienti, sia dolci che salati.

Oltre alle classiche insalate a base quinoa, condite con verdure e proteine vegetali/animali a piacere, si possono creare polpette, hamburger, biscotti o torte!

CONTROINDICAZIONI

Le situazioni di intolleranza alla quinoa sono molto rare ma presenti.

In caso di ripetuti episodi di formazione di calcoli renali, è meglio evitare un consumo eccessivo di quinoa.


Non perdetevi una fantastica ricetta a base di quinoa che uscirà martedì 21.02 sui nostri social!

Ci vediamo mercoledì 22.02 per scoprire insieme il prossimo pseudocereale.

Amico della pelle, sorgente di vita

Oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla di un frutto molto particolare che arriva da terre lontane. Conosciuto come simbolo di vita, i datteri sono ricchissimi di nutrienti che permettono di avere un effetto benefico su tutto il nostro organismo, dall’apparato digestivo a quello tegumentario. Scoprite tutti i segreti di questo frutto speciale. 

Gli sportivi li consumano durante le partite per mantenere un apporto costante di zuccheri.

Le star li usano per ringiovanire e depurare la pelle.

Si trovano in Marocco, dove vengono considerati fonte di vita.

Avete capito di cosa stiamo parlando?

Dei datteri, ovviamente!

VALORI NUTRIZIONALI 

I datteri sono il frutto della Phoenix Dactylifera, la palma da datteri, appartenente alla famiglia delle Palmacee. Questa pianta può raggiungere i 20 metri di altezza e i 300 anni di vita! Il nome dattero deriva dal greco Daktylos, letteralmente dito, per via della forma tipicamente lunga, ovale e stretta.

Il dattero è un frutto molto energetico.

100g (circa 10 frutti) forniscono 275 calorie, pari all’11% del fabbisogno giornaliero di un uomo adulto.

I nutrienti più significativi del dattero sono:

  • Zuccheri (66%), composti principalmente da glucosio e fruttosio.
  • Vitamine del complesso B, in particolare B1, B2, la B3 (niacina), B6. Queste vitamine, oltre a facilitare l’utilizzo degli zuccheri da parte delle cellule del nostro organismo, contribuiscono all’azione rinvigorente del frutto.
  • Minerali: è uno dei frutti più ricchi di potassio, ferro, magnesio, fosforo, calcio. Contiene anche rame, zinco, manganese.
  • Fibre vegetali, sia solubili (pectina) che insolubili, entrambe con un effetto positivo e benefico sull’intestino.
  • Proteine: nonostante contenga solamente il 2% di proteine, queste sono complete e facilmente assimilabili.

PROPRIETA’ E BENEFICI

I datteri sono conosciuti per le numerose proprietà che possiedono e che sono in grado di donare effetti benefici al nostro organismo. Vediamone alcuni insieme:

  • Anemia: grazie all’alto contenuto di ferro, sono utili per chi soffre di carenze del minerale o di anemia.
  • Stipsi: un consumo adeguato può aiutare a combattere la stipsi. Lasciare in ammollo dei datteri per una notte intera e la mattina seguente, a stomaco vuoto, mangiare i frutti e bere l’acqua.
  • Antinfiammatorio: i datteri sono utili per combattere infiammazioni alle vie respiratorie e raffreddore. Si possono bollire in acqua calda per qualche minuto, ottenendo così un decotto pronto per essere bevuto. Questo intruglio permette di combattere il raffreddore e alleviare l’infiammazione, contribuendo anche all’eliminazione del catarro grazie alle proprietà emollienti.
  • Colesterolo e Digestione: adatti per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue; grazie alla presenze di fibre, migliorano la digestione.
  • Energia: la presenza di zucchero naturale permette di dare energia all’organismo, soprattutto dopo periodi debilitanti a causa di influenze, cambi di stagione o forti stress fisici.
  • Equilibrio: potassio e magnesio sono utili per l’equilibrio dei liquidi corporei e per la protezione del sistema cardiovascolare. Il fosforo aiuta invece le funzioni celebrali.
  • Cosmesi: utile per combattere l’acne giovanile e donare tono alla pelle.

COME CONSUMARLI

I datteri vengono tradizionalmente consumati essiccati.

Anche se essiccati, è consigliabile lavarli sotto acqua corrente e asciugarli con cura prima di mangiarli. I datteri infatti hanno una superficie che attrae polvere e sporcizia.

La dose consigliata è di 2/3 datteri al giorno, preferibilmente a colazione o come spuntino.

CURIOSITA’

Gli arabi del deserto considerano l’albero di datteri come la sorgente di vita. Regala un frutto nutriente, una bevanda zuccherina che sgorga percuotendo il tronco, dona un’ombra rinfrescante. In India i datteri sono considerati un potente afrodisiaco, mentre la tradizione cristiana vede invece le foglie della palma da dattero come simbolo di pace.

Per gli Egizi la palma da dattero è considerata simbolo di fertilità e i frutti venivano fatti fermentare per fare il vino. Ancora oggi i datteri vengono utilizzati per la produzione di numerose bevande alcoliche.

Organizzare il frigorifero in pochi passi

Anche oggi la Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda fornisce preziosi consigli su come organizzare il frigorifero domestico per riuscire non solo a conservare in maniera ottimale gli alimenti, ma anche per ridurre inutili sprechi energetici. 

Cosa accomuna la vostra cucina con tutte le altre?
No, non è la presenza o meno di una lavastoviglie, un fornello con piastra a induzione o a gas, un piano di lavoro spazioso o un’isola perfetta per la colazione.
Pensate all’unica cosa di cui tutte le cucine sono necessariamente fornite.
Cosa faremmo infatti senza frigorifero?

LE ORIGINI

Il frigorifero è uno di quegli elettrodomestici che hanno cambiato radicalmente le abitudini alimentari e non solo degli esseri umani. La sua introduzione nelle cucine ha modificato la gestione e la conservazione degli alimenti, incidendo positivamente anche sulla qualità del nostro tempo.

Il nome deriva dal latino frigus (freddo) fero (portare). Il primo brevetto risale al XIX secolo, uno sviluppo delle antiche ghiacciaie sotterranee che venivano caricate di neve e ghiaccio durante i mesi invernali.

I frigoriferi moderni, sempre più accattivanti esteticamente e performanti, sono diventati ormai degli elementi d’arredamento. Le loro caratteristiche e funzioni variano in base al modello e al prezzo di mercato.

Vediamo qualche suggerimento per organizzare alla perfezione l’interno del frigorifero in modo tale da sfruttare al meglio tutte le capacità tecniche.

LA TEMPERATURA

La temperatura ottimale di un frigorifero varia in base alla sezione considerata. Alcune aree sono infatti più fredde di altre. La corretta disposizione degli alimenti è quindi essenziale per una conservazione ottimale.

La parte centrale dovrebbe mantenere una temperatura interna di circa +4°/+5°, con una variabile di 2-10 gradi nelle altre zone.

Le confezioni non devono entrare in contatto con la parete di fondo del frigorifero. Questa è infatti una zona umida, soggetta a creazione di condensa con goccioline di acqua e brina. Il contatto diretto con gli alimenti potrebbe provocare un deperimento precoce dell’alimento, intaccando le sue proprietà organolettiche e i valori nutrizionali.

I PIANI DEL FRIGORIFERO

Vediamo ora una corretta disposizione degli alimenti nei vari ripiani del frigorifero. Come accennato prima, infatti, la temperatura del vano interno varia in base alla zona di interesse e un’adeguata disposizione del cibo garantisce una migliore conservazione.

I CASSETTI

I cassetti sono generalmente dedicati alla conservazione di frutta e verdura, che vanno accuratamente rimosse dalle loro confezioni e pulite grossolanamente.

Possono essere avvolte in carta da cucina o conservate negli appositi sacchetti. Questo permette di evitare la formazione di umidità e conseguente condensa, cosa che ne provocherebbe un rapido e precoce deperimento.

Questi cassetti devono essere puliti frequentemente per evitare la formazione e la proliferazione di batteri potenzialmente dannosi non solo per gli alimenti, ma anche per il nostro organismo.

PRIMO RIPIANO

Il primo ripiano, quello posto direttamente sopra i cassetti, è dedicato generalmente alla collocazione di carne e pesce, freschi e crudi.

Tuttavia, alcuni modelli di frigorifero consigliano di porli nel ripiano più alto. Ecco perché è fondamentale prestare attenzione alle etichette illustrative del proprio frigorifero che permettono di indicare la collocazione più idonea dell’alimento.

RIPIANI CENTRALI

I ripiani centrali sono riservati a salumi aperti, piatti pronti come paste già cotte e condite, carne e verdure cotte, avanzi, minestroni e zuppe.

È consigliabile porli in appositi e pratici contenitori trasparenti che, oltre a garantire una migliore conservazione, semplificano e riducono i tempi di identificazione dell’alimento.

ULTIMO RIPIANO

L’ultimo ripiano è dedicato alla conservazione di latticini, come formaggi e yogurt, affettati confezionati e uova fresche.

In caso di assenza di spazio, latticini, latte e uova possono essere sistemati anche nei ripiani della controporta, generalmente dedicati a bibite e burro.

TIPS!

Ecco alcuni consigli semplici utili a migliorare la funzionalità dei nostri frigoriferi:

  • Assicurare sempre la circolazione dell’aria interna del vano non ammassando troppo cibo all’interno.
  • Pulire e igienizzare con regolarità il frigorifero e sbrinare il freezer. Ricordarsi di staccare la corrente elettrica durante queste operazioni!
  • Non sostare a lungo di fronte al frigorifero con la porta aperta. Le nuove tecnologie hanno installato un apposito allarme che avvisa quando viene superato il tempo massimo consigliato.
  • La temperatura interna ideale è tra i +4° e i +6°. Superati i +6°, non è possibile garantire una corretta conservazione degli alimenti e risulta inoltre più dispendiosa a livello economico. Un piccolo accorgimento che può incidere sulla bolletta!

 

Radicchio rosso, un potente antiossidante

Amaro, dolce, pungente. Croccante, succoso e soddisfacente. Striature violacee e bianche.

Avete capito di quale ortaggio stiamo parlando?

Esatto, del radicchio rosso!

ORIGINI

Ortaggio dal sapore speciale, il radicchio rosso può essere trovato in diverse varianti.

In Italia il più noto è quello di Treviso, tutelato dalla certificazione IGP – Indicazione Geografica Protetta.

Il radicchio rosso di Treviso può essere precoce o tardivo. Il primo presenta una foglia larga, ha un sapore più amaro ed è meno pregiato; il secondo ha un piacevole sapore amarognolo, una consistenza più croccante ed è più pregiato.

Ortaggio del periodo autunnale e invernale, è un must have delle cucine e delle tavole italiane che non dovrebbe mai mancare.

PROPRIETA’ E BENEFICI

Appartiene alla famiglia delle cicorie, insieme a puntarelle e catalogna. Contiene acido cicorico, responsabile del retrogusto amaro tipico di questo ortaggio, in grado di stimolare i succhi gastrici e di facilitare la digestione e la secrezione di bile.

L’acido cicorico, inoltre, è un composto fenolico che possiede proprietà antitrombotiche e antiinfiammatorie.

Nel radicchio rosso sono presenti elevate quantità di antocianine, pigmenti responsabili del colore vivace delle foglie. Le antocianine sono polifenoli che aiutano a mantenere la salute dei vasi sanguigni e migliorare quella del cuore.

Oltre ad acido cicorico e antocianine, il radicchio rosso è ricco in sali minerali, tra cui potassio, fosforo, sodio, ferro e magnesio.

Contiene vitamina C, nota per le sue funzioni antiossidanti e contrastanti l’azione dannosa dei radicali liberi.

Sono presenti anche fibre e acqua in grande quantità, cosa che permettono di migliorare le funzioni del transito intestinale.

Grazie al basso introito calorico e alla consistenza croccante è in grado di aumentare il senso di sazietà, cosa che lo rende particolarmente indicato alle persone che stanno seguendo un regime dimagrante.

IL RADICCHIO IN CUCINA

È un ortaggio molto versatile in cucina.

Il radicchio rosso IGP di Treviso è ideale per risotti, salse da primo piatto (buonissimi pesti di radicchio rosso e noci) o sulla pizza.

Il radicchio di Verona è invece buonissimo alla griglia, gratinato o come ripieno per paste fresche quali crespelle e ravioli.

Il radicchio di Chioggia è perfetto per un consumo a crudo, per arricchire insalate o da gustare in un ricco pinzimonio.

Non temete per la dimensione di un cespo! Dopo previa e leggera cottura, il radicchio può essere surgelato e conservato per parecchio tempo.

Voi come utilizzate il radicchio rosso in cucina?

Cuor di carciofo

Ricchi di nutrienti e minerali, antitumorali, depurativi, addirittura afrodisiaci. Involucro rude e spesso spinoso, note amare all’esterno, ma chi non ha paura di pungersi arriva dritto al cuore. Un cuore tenero, dolce e buonissimo che racchiude benefici e proprietà straordinarie per il nostro organismo.
Continuano gli appuntamenti insieme alla Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda, oggi insieme a noi alla scoperta di questo meraviglio ortaggio: il carciofo.
Il carciofo, uno degli alleati più potenti per favorire la depurazione del nostro organismo. Ortaggio talmente amato dagli italiani da rendere il nostro paese primo produttore al mondo. Vengono raccolti in autunno e primavera, disponibili per un periodo molto lungo dell’anno.
I supermercati e i fruttivendoli ne sono pieni in questo periodo invernale. Quindi correte a prenderli e depuratevi con gusto dai grassi delle festività appena passate!

CURIOSITA’

Il carciofo, cynara scolymus, è una pianta della famiglia delle Asteracee (o Composite), le cui origini risalgono al primo secolo d.C. Nonostante la pianta a carattere selvatico fosse conosciuta da greci e romani, documentazioni storiche sembrano trovare le prime tracce di domesticazione del carciofo negli orti famigliari siciliani.

La leggenda che balena intorno a questa pianta attribuisce l’origine del nome a una ragazza che, una volta sedotta da Giove, venne trasformata in un carciofo.

La diffusione dell’ortaggio passa dalla Sicilia alla Toscana, fino ad arrivare in Francia grazie a Caterina de’ Medici.

Oggi il carciofo viene coltivato in Italia e nel mondo non solo per il suo gusto particolare e versatile, che lo rendono perfetto per molte ricette, ma anche per le sue proprietà medicinali e benefiche. 

Sin dai primi utilizzi, infatti, gli vennero attribuiti effetti straordinari sul nostro organismo, tra cui poteri afrodisiaci.

PROPRIETA’

Oltre ad avere una palatabilità straordinaria, i carciofi sono fonte preziosa di importanti nutrienti. Ricchi in calcio (addirittura più del latte!) e esenti da grassi, i carciofi contengono numerosi e minuscoli composti che, grazie alla loro azione fisiologica, sono fondamentali per la salute del nostro organismo.

Nel carciofo possiamo trovare:

  • CINARINA: agisce sulle cellule del fegato, aumentando la produzione di bile, e su quelle dei reni, aumentando il filtrato glomerulare e la produzione dell’urina. Con la cinarina sono presenti anche cinarosido, cinaropicrina, acidi organici (malico, lattico, citrico, glicolico, glicemico).
  • STEROLI: sostanze nella loro struttura chimica simili al colesterolo, ma di origine vegetale. Sono in grado di limitare l’assimilazione del colesterolo nell’intestino.
  • INULINA: fibra alimentare che nutre i microrganismi probiotici intestinali. Contribuisce allo sviluppo di una microflora positiva, donando uno stato di benessere ed eubiosi intestinale.

Studi scientifici hanno anche dimostrato che i composti che derivano dalla fermentazione dell’inulina sembrano essere coinvolti nella prevenzione del tumore al colon.

Per poter beneficiare degli effetti benefici di questa fibra alimentare, una conservazione adeguata dei carciofi è fondamentale. Il frigorifero, o il freddo in generale, è il miglior metodo di conservazione. Meglio tenere i vostri carciofi a 4 gradi, avvolti in pellicola domopak.

ORTAGGIO MEDICINALE

Il carciofo è digeribile e ben tollerato sia da persone sane che da persone con patologie particolari. Grazie ai suoi componenti e alle sue proprietà, viene considerato un alimento medicinale, particolarmente indicato nei seguenti casi:

  •  malattie epatiche
  •  malattie biliari
  •  disturbi renali
  •  colesterolo troppo elevato
  •  diabete
  •  malattie della pelle

Il carciofo contiene, infatti, sostanze che contribuiscono a migliorare il funzionamento del fegato.
Meglio farne il pieno ora che è ancora di stagione!

MILLE RICETTE, GUSTO IMPECCABILE

Sapete che i carciofi sono un ortaggio molto versatile in cucina?

Possiamo mangiarli crudi oppure cotti, come fritti, sottolio, arrostiti e così via.

Se li cuocete, meglio optare per la cottura a vapore. In questo modo verranno conservati la maggior parte dei sali minerali e degli oligoelementi.

Esistono inoltre moltissime ricette regionali che arricchiscono l’ortaggio rendendolo ancora più goloso.

E voi avete qualche ricetta particolare?

Nella vostra Regione come si consumano di preferenza?

Se festeggi con lenticchie e cotechino…

Se festeggi con lenticchie e cotechino, l’anno tuo sarà divino!
Il 2023 è da poco cominciato e scommettiamo che il giorno di Capodanno le lenticchie saranno state presenti sulla tavola di moltissimi italiani, un po’ per scaramanzia e un po’ per tradizione. Questi legumi sono piccole miniere di proprietà benefiche non solo per il nostro organismo, ma, se crediamo veramente che possano portare denaro, anche per il nostro portafoglio! Scoprite insieme alla nostra Dott.ssa nutrizionista Chiara D’Adda tutte le caratteristiche e le curiosità su questi piccoli alimenti. 

Chi non ha iniziato questo 2023 con delle lenticchie portafortuna?

Ma se oltre a portare fortuna, fossero anche degli splendidi legumi da proprietà nutrizionali super benefiche per il nostro orgaismo?
Scopriamone le caratteristiche.

ORIGINI STORICHE

La parola lenticchie deriva dal latino lens culinaris Medik, con riferimento alla tipica forma di piccola lente.

Sono uno dei legumi più sfruttati in cucina e non solo. I primi segni di uso alimentare risalgono a 11000 mila anni fa. Sono stati trovati carbonizzati nella grotta di Franchthi, in Grecia, e possiamo trovarli citati addirittura nella Bibbia!

La simbologia legata alla fortuna risale agli antichi romani.
Durante i festeggiamenti legati alla fine dell’anno (che cadeva il primo marzo), ai famigliari e alle persone più care veniva donata una piccola saccoccia colma di lenticchie con la speranza che queste, una volta giunto il nuovo anno, potessero trasformarsi in denaro.

TANTE VARIETA’, DIVERSE CARATTERISTICHE

Esistono diverse varietà di lenticchie che si differenziano soprattutto per il colore.

Possiamo trovarle verdi, rosse, marroni e nere.

Ogni tipologia ha proprietà organolettiche specifiche che le rendono adatte ai particolari utilizzi in cucina.

Le marroni, per esempio, sono utilizzate per accompagnare zuppe o carni lessate.
Quelle rosse sono perfette per creare spume cremose o hummus, mentre quelle nere per arricchire insalate o piatti di pesce.

PROPRIETA’ E BENEFICI

Le lenticchie sono legumi ricchi di proprietà nutrizionali con effetti benefici sul nostro organismo. Miniera di proteine, fibre, ferro, magnesio e potassio, ma anche isoflavoni, dei potenti antiossidanti.

Sono molto energetiche, ma essendo fonte di purine il loro consumo è sconsigliato ai malati di gotta e uremia.

Le proteine che possiamo trovare in questi legumi sono però carenti in aminoacidi essenziali, come la cisteina e la metionina, cosa che impedisce un’assimilazione completa di tutti gli aminoacidi. Per questo motivo è consigliabile associare il consumo di lenticchie a pasta o cereali. Ma prestate attenzione alle quantità: anche le lenticchie, come gli altri legumi, contengono carboidrati.

CURIOSITA’

Le lenticchie sono conosciute per le loro proprietà galattofore. Per questo motivo vengono spesso consigliate alle neomamme che allattano al seno.

Questi legumi hanno anche proprietà lassative e antiossidanti, agendo principalmente sul tratto gastrointestinale e digestivo. Sebbene questo aspetto porti generalmente un effetto benefico sull’organismo, in alcune persone predisposte un grande quantitativo di lenticchie può provocare severi disturbi intestinali.

E voi come cucinate le lenticchie? Che tipologia preferite e come le abbinate ai vari piatti?