CETRIOLO COME ESTATE

L’estate è la stagione in cui la frutta e la verdura appare sulle nostre tavole, donando colori, sapori e allegria!
Una delle verdure più utilizzate è il cetriolo.
Abbiamo scelto questo argomento per il nostro appuntamento settimanale con la dottoressa nutrizionista Chiara D’adda.

IL CETRIOLO

È estate! Alzi la mano chi non mette nelle insalate un rinfrescante cetriolo a fettine!
Oppure lo combina con succosi e rossi pomodori.
O ancora lo usa per preparare dissetanti centrifugati o un goloso Tzatziki.

Il cetriolo è il frutto di una pianta che ha origine nel sud est asiatico, più di 10000 anni fa.
Si chiama Cucumis Sativus e appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e i suoi tralci possono superare il metro di estensione.
I frutti sono lunghi da 15 a 25 cm, salvo eccezioni, e hanno un diametro di massimo 5 cm.
Si mangiano acerbi perché troppo maturi perdono la loro croccante fragranza e diventano spugnosi, giallognoli e amari.

BENEFICI

Mangiare un cetriolo è come bere un bicchiere d’acqua! Infatti è composto al 96 % da acqua. Questo non significa però che abbia uno scarso valore nutrizionale…anzi, quei restanti 10 g di materiale solido hanno un grande valore biologico e notevoli proprietà curative.
Il suo alto valore dietetico e terapeutico è dato soprattutto dal fatto che contiene minerali che hanno una azione altamente alcalina, atta a combattere l’acidosi generalizzata del nostro organismo.

Contiene: potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio e anche zolfo.
È quindi:
depurante, facilita cioè l’eliminazione delle sostanze di scarto dal circolo sanguigno attraverso urine e la pelle
diuretico, cioè incrementa il volume dell’urina.
alcalinizzante, cioè neutralizza le sostanze residue in eccesso prodotte dall’organismo per il troppo consumo di cibi di origine animale.
lassativo, perché ha un alto contenuto di acqua e di fibra solubile.

COME MANGIARLO

Il cetriolo si mangia solitamente crudo.
Dato che lo si coglie quando non è ancora maturo, occorre masticarlo bene per prevenire indigestioni.
È sempre meglio sbucciarlo per evitare i residui dei pesticidi usati nel caso non sia di origine bio.
Se invece avete la fortuna di avere un orto dove coltivarlo, la buccia si può benissimo tenere… anzi! La buccia si può impiegare in tante ricette e sappiate che la buccia appena appena scottata, si può aggiungere a gustose insalate.
È pure utile nel campo di rimedi medici naturali per alleviare le scottature e le irri

PIZZA FARCITA AL MACINATO

La pizza fatta in casa?
Sempre una prelibatezza!
La nostra food blogger Francesca, dalla sua pagina Instagram fra.INCUCINA, ci propone la sua versione preferita con 48 ore di lievitazione!
“Non sopporto l’attesa, ma per lei ne vale davvero la pena” dice.

INGREDIENTI

700gr farina w330
300gr farina w400
2gr lievito fresco
sale qb
mozzarella
carne macinata di bovino Amica Natura

PROCEDIMENTO

Sciogliere il lievito di birra in un bicchiere con un po’ di acqua tiepida.
Mettere in una ciotola tutta la farina e aggiungere l’acqua con il lievito e 3/4 dell’acqua totale.
Iniziare a miscelare fino a quando il composto non ha assorbito tutta l’acqua.
Inserire la restante acqua e il sale, lavorare l’impasto fino a far assorbire il tutto creando un panetto che risulterà molto appiccicoso.
Lasciarlo riposare coperto dalla pellicola per un’ora.

Procedere con le pieghe all’impasto: 4 giri di pieghe ogni 15 minuti, coprendo con la pellicola tra di esse.
Dopodiché prendere una ciotola, grande almeno il doppio dell’impasto, cospargere l’interno di olio, inserire il panetto e coprire con la pellicola.

Lasciare riposare in frigo a 4 gradi per 48 ore.
A questo punto dividere i panetti che formeranno le pizze (circa 260/290gr l’uno).
Per ogni panetto fare un giro di pieghe e formare una pallina.
Inserire i panetti in un recipiente oliato, coprire con la pellicola e attendere 3/5 ore per la lievitazione.

Preriscaldare il forno a 250º.
Adagiare l’impasto nella teglia e farcire a piacimento.
Io ho portato per mozzarella e carne macinata surgelata Amica Natura.
Adesso potete infornare per 15 minuti, sfornate, giro di olio e… BUON APPETITO!

Quale è il vostro gusto di pizza preferito? Avete mai provato la carne trita per condire la pizza?
Per me era la prima volta, ma devo dire #VOTODIECI 😍

FAVOLOSE FAVE

Lo sapete che le fave sono probabilmente il più antico legume mai coltivato?
Ebbene sì, l’umanità mangia fave da millenni!
Tutte le informazioni sulle fave ce le elenca la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

LE FAVE

Le fave sono il seme del frutto che nasce dalla pianta Vicia faba, un’erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose, il cui stelo può arrivare fino ad un metro d’altezza.
Da un punto di vista botanico, il frutto consiste in un legume formato da un baccello carnoso di colore verde, lungo da 15 a 25 cm e all’interno del quale possono esserci 6- 7 semi, le fave stesse.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Hanno una notevole quantità di proteine di alta qualità biologica, carboidrati soprattutto in forma di amido e praticamente non contengono grassi. Tra le vitamine troviamo la B1, i folati (così preziosi) e la vitamina C.
Contiene anche molti minerali, ma quello più abbondante è il ferro, con una percentuale vicina a quella della carne. Si tratta di ferro non eme, la cui assimilazione è però favorita dalla contemporanea presenza della vit. C.
Sono ricche di fibre e questo contribuisce ad abbassare e stabilizzare il livello nel sangue del colesterolo. Soprattutto sono efficaci per abbassare il colesterolo LDL (quello cosiddetto cattivo).

BENEFICI

Aiutano a favorire il buon funzionamento dell’intestino e possono aiutare a contrastare malattie cardiovascolari e il diabete.
Anche il cervello ne trae beneficio, perché le fave contengono L-dopa, un precursore di alcune sostanze presenti a livello cerebrale.
Contengono manganese e, si sa, che una dieta ricca di manganese può aiutare a prevenire artrite, artrosi e osteoporosi.

CONTROINDICAZIONI

Esiste però una seria controindicazione al consumo delle fave: non devono essere assolutamente mangiate da chi soffre di favismo, patologia in cui è presente un difetto congenito di un enzima normalmente contenuto nei globuli rossi del sangue.
Questo difetto enzimatico si trasmette per via ereditaria tramite il cromosoma X.
La malattia compare dopo12-48 ore dall’assunzione di fave fresche. Nei casi più gravi circa la metà dei globuli rossi viene distrutta.
È una malattia diffusa soprattutto in Sardegna.

COTTE O CRUDE?

Si possono mangiare crude, ma attenzione, solo se fresche e tenere.
Cotte è il modo più sicuro, perché il calore neutralizza una proteina tossica detta lectina (contenuta anche in altri legumi).
Sono molto curiosa… Voi come le preparate?

LIMONE, RE DELL’ESTATE DALLE GRANDI PROPRIETÀ

Si utilizza durante tutto l’anno, ma è col caldo che il limone sale prepotentemente sul podio del vincitore!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega le proprietà e gli usi del limone.

LE ORIGINI DEL LIMONE

Il limone è il frutto della pianta detta Citrus Limon, un alberello spinoso e sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutacee, che ha un’altezza da 3 a 6 metri.
Secondo alcuni studi è un ibrido e deriva dall’arancio amaro incrociato con il cedro.

LE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Il componente predominante del limone è la vitamina C.
Non ha proteine né grassi e contiene circa l’8,23% di carboidrati.
Sono importantissimi i contenuti di acidi organici: acido citrico, acido malico, acetico e formico.
È ricco di flavonoidi contenuti sia nella polpa che nella buccia: esperidina e diosmina.
Contiene anche terpeni, cioè quelle sostanze che conferiscono agli agrumi il loro caratteristico aroma.
Si trovano prevalentemente nella buccia e il più abbondante è il d-limonene.

L’USO IN CUCINA

Si può dire che il limone si trova 365 giorni all’anno nei frigoriferi delle famiglie italiane.
In quanti modi si può utilizzare?
Io penso che siano infiniti!
Si va dalla più che famosa spremuta, alla limonata, ai sughi per la pasta, agli arrosti, al pesce, come condimento nelle insalate e nelle verdure lessate… persino nel sugo di pomodoro si può mettere la buccia grattugiata!
Vogliamo parlare dei dolci? Torte, crostate ecc ecc… E i gelati, i sorbetti, le granite?

Per quanto riguarda la nostra salute si sa che il limone ha un’azione antiossidante, protegge i capillari, ha azione anticancerogena.
È antianemico, migliora la fluidità del sangue, è depurante, elimina gli acidi urici.
Un vero re delle nostre cucine!

7 giugno, World Food Safety Day

World Food Safety Day
7 giugno 2022

Secondo le stime globali dell’OMS, ogni anno una persona su dieci si ammala per aver ingerito del cibo contaminato da batteri, virus, parassiti o sostanze chimiche.
L’OMS stima che gli alimenti contaminati siano responsabili di oltre 200 malattie, dalla diarrea al cancro.
Ogni anno, 600 milioni di persone si ammalano a causa di circa 200 diversi tipi di malattie di origine alimentare. Il peso di tali malattie ricade più pesantemente sui poveri
È importante tenere alta l’attenzione sulla sicurezza alimentare a tutti i livelli, dall’agricoltura e l’allevamento, alla produzione industriale, al consumo casalingo.

L’OMG (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la FAO (Food and Agriculture Organization), richiamano l’attenzione sulla sicurezza alimentare, per sensibilizzare e promuovere azioni mirate a migliorare la sicurezza degli alimenti in tutti i settori.
Nel nostro Paese le attività di controllo per la tutela dei consumatori sull’intera filiera alimentare, dal campo alla tavola, rientrano nei compiti del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso l’articolazione dei dipartimenti di prevenzione delle ASL, coordinati dagli assessorati regionali alla sanità e supportati, per le attività analitiche, dagli Istituti zooprofilattici sperimentali.
L’efficacia del sistema dei controlli ufficiali in sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare è assicurato da un’attività di audit a cascata del Ministero della salute sulle Regioni e di quest’ultime sulle ASL.

Ma non basta, dobbiamo partecipare tutti al cambiamento e essere in prima persona attivi in questa missione.
Non solo oggi, nella giornata mondiale della sicurezza alimentare, ma ogni giorno!

UNA CILIEGIA TIRA L’ALTRA

Il famoso detto “una ciliegia tira l’altra” è proprio vero!
Sono talmente buone, che non vorremmo smettere di mangiarle.
Che ne dite di conoscerle meglio?
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega le caratteristiche nutrizionali delle ciliegie.

LE CILIEGIE

Sono il frutto di un albero che appartiene alla famiglia delle Rosacee e che viene con molta probabilità dall’Asia.
Esistono due specie principali di alberi: il Prunus cerasus (ciliegio acido) e il Prunus avium (ciliegio dolce).
Il colore di questi frutti varia dal rosso chiaro al rosso scuro, quasi nero.
Si raccolgono da metà maggio a fine giugno e una volta staccate dall’albero non maturano più.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Si sa che la frutta fa bene al nostro organismo… ma le ciliegie hanno una marcia in più.
Sono ricche di vitamina C e A, con le quali si protegge la vista e si contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario.
In loro si trova anche acido folico, calcio, potassio, magnesio, fosforo.
Notevole la presenza di flavonoidi che sono importantissimi per la lotta ai radicali liberi.

BENEFICI DELLE CILIEGIE

Lo sapete che possono aiutare a dimagrire?
Soddisfano la voglia di dolce e hanno poche calorie, depurano il sangue, drenano il fegato e migliorano la funzionalità delle vostre articolazioni, inoltre hanno un discreto effetto lassativo, per cui non consumatene più di 25- 30 al giorno!
Questa dose può essere aumentata se però non si consuma altra frutta… se no il mal di pancia è in agguato!
Sono disintossicanti, depurative, antinfiammatorie, antiossidanti, diuretiche e antireumatiche… cosa volere di più?
Ultima chicca: con i peduncoli si possono realizzare tisane e decotti, utili per purificare i reni e calmare gli episodi di cistite.

QUANTO MI COSTI!

C’è un’obiezione che spesso mi viene fatta e riguarda il costo delle ciliegie!
Se è vero che le troviamo in vendita a un costo non prettamente economico, è altrettanto vero che l’apporto delle vitamine e delle proprietà benefiche sono estremamente importanti.
Purtroppo il cambio climatico degli ultimi anni ha portato a una diminuzione della produzione e quindi al conseguente aumento di prezzo.
Possiamo godere di questo frutto solo per pochi giorni, quindi concediamoci questa leccornia, magari rinunciando a cibo meno sano.

IL BURRO FA MALE?

Cosa sai davvero del burro?
Lo eviti perché fa male o ne conosci le proprietà nutrizionali?
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di darci delle informazioni circa il burro e abbiamo scoperto che poi, così male non fa!

IL BURRO

Oggi vi parlerò di uno dei più comuni grassi usati nella vita quotidiana.
Il tanto demonizzato burro!
Che non è poi così “cattivo” se viene usato con consapevolezza.
Non mi stancherò mai di ripete che, prima di condannarlo, bisogna conoscerlo, perché anche i temuti grassi sono importanti per la salute.
Infatti svolgono un ruolo nutritivo importante e sono assolutamente essenziali in una dieta sana.
Soprattutto sono il veicolo attraverso il quale introduciamo preziosi fattori vitaminici, che sono appunto chiamate vitamine liposolubili.
Infine servono per la produzione degli ormoni che regolano molti dei processi vitali per l’organismo.

COS’È

Il burro è la parte grassa del latte, separata dal latticello (siero) e condensata.
Questo tramite un processo di inversione di fase, derivante dalla panna. Il risultato del procedimento è un’emulsione in cui risultano disciolti zuccheri e proteine.
È molto energetico, circa 758 per 100gr.
Crudo è molto digeribile.
Ha un aspetto solido e consistenza morbida, con un colore variabile dal bianco latte al giallo pallido.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

È inoltre ricco di calcio, di vitamina D (toccasana per ossa e tanti altri organi e altre funzioni dell’organismo umano) e di vitamina A (930 microgrammi per 100 gr), che serve per mantenere bella la pelle, proteggere la vista e coadiuvare il sistema immunitario. Contiene anche vit. E, potassio, fosforo, sodio.
Le calorie sono le stesse di tutti i grassi, anzi… meno rispetto a molti altri.
Lo sapete che un etto di burro fornisce circa 150 calorie in meno di una uguale quantità di olio, sia esso di oliva o di semi?
Le linee guida ufficiali per una sana alimentazione permettono un consumo di 10 grammi al giorno.
Il consumo migliore è a crudo.
Crudo e in piccole quantità potrebbe essere l’ideale per la colazione dei bambini, perché è nutriente e digeribile

LE CONTROINDICAZIONI

Però c’è un contro: come la maggior parte di quelli di origine animale, il burro è un grasso saturo, cioè ha una struttura molecolare rigida e lineare che tende a “impacchettarsi”, ad accumularsi sulle pareti delle arterie irrigidendole e favorendo la formazione del così detto colesterolo cattivo (LDL), quello cioè che fa aumentare il rischio di ictus e infarto.

Attenzione alle cotture e soprattutto ai fritti, perché il punto di fumo (cioè la temperatura alla quale il grasso si altera e iniziano a formarsi sostanze tossiche) è inferiore a 100 gradi C, contro i 130-200 gradi degli olii… massima attenzione a non far diventare nero il burro nelle cotture.

UN ANNO FANTASTICO! 🤍💙

È stata davvero una stagione che non dimenticheremo.
Possiamo solo ringraziare i giocatori, l’allenatore e tutto lo staff per la gioia che ci hanno regalato, per le partite combattute, per l’impegno, per averci creduto.
Finisce la corsa della Germani Brescia ai playoff scudetto, con una finale combattuta fino alla fine, un tifo scatenato e i molti applausi, più che meritati.

La dichiarazione del coach Magro a fine partita: “Posso solo ringraziare i miei giocatori, la mia squadra. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto oggi, questa sera c’è da festeggiare la migliore stagione di sempre della Pallacanestro Brescia. Sono orgoglioso di essere stato l’allenatore di questa squadra e di quello che abbiamo fatto”.

Forza Germani. Forza Brescia. Sempre. 🤍💙
È sempre un onore essere al vostro fianco come sponsor.

BURGER DI CHIANINA CON STICK DI POLENTA E SALSA COCKTAIL

Stefy, dalla suo blog di Giallo Zafferano “Idee e delizie di Stefy”, ci propone una ricetta per una cena golosa, da preparare in casa, partendo dalla salsa, fino al panino!
Mettiti in gioco anche tu e stupisci la tua famiglia!
Noi mettiamo l’hamburger di chianina, carne bovina di qualità superiore, 100% italiana.

Ingredienti

Per gli Stick di Polenta:
250gr di Polenta Istantanea
Sale
Mix erbe aromatiche e spezie a piacere (origano, rosmarino, timo, pepe)
Olio extravergine d’oliva (per spennellare)

Per la Salsa Cocktail:
200gr di Maionese
90gr di Ketchup
1 cucchiaio di Salsa Worcester (o di Soia)
70gr di Panna liquida fresca
15gr di Cognac o Brandy (facoltativo)

Per il Panino con il Burger:
Burger Chianina Amica Natura
Panini per Hamburger
Lattuga
Pomodori

Procedimento

Iniziate preparando la salsa:
Mescolate la panna, il ketchup, il cognac e la salsa worcester e mescolare con una frusta elettrica per qualche secondo.
Unite la maionese e mescolate per 30 secondi.
Versate la salsa ottenuta in un contenitore a chiusura ermetica.

Ora preparate la polenta istantanea seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Una volta pronta versatela su un foglio di carta da forno, livellatela dandole una forma rettangolare e lasciatela raffreddare per almeno 30 minuti.
Quando sarà fredda, tagliate la polenta prima a fette e poi a listarelle, circa lo spessore di una patatina.
Disponete gli sticks di polenta su una placca foderata con carta da forno.
Spennellateli con un po’ di olio extravergine d’oliva e cospargeteli con il mix di erbe e di spezie.
Infornate e cuocete in forno già caldo a 220° per 15-20 minuti, in base alla grandezza e fino a quando si sarà formata una crosticina dorata e croccante.

Scaldate una piastra e, una volta rovente, adagiate con cura il burger di Chianina Amica Natura, ponendolo ancora surgelato sulla piastra.
Fatelo cuocere a fiamma alta per circa 5 minuti per lato.
Trasferitelo all’interno di un panino per hamburger e completatelo con foglie di lattuga, delle fette di pomodoro e della salsa cocktail.

CARRUBE, UN TUFFO NEL PASSATO

Per la Generazione Z sarà difficile riconoscere le carrube, ma chi ha oramai qualche anno in più, le ricorda sicuramente!
La dottoressa Chiara D’Adda, ci offre un salto nel passato parlandoci proprio delle carrube.

LE CARRUBE

Le carrube sono i frutti di un albero che si chiama Ceratonia siliqua.
Sono a tutti gli effetti dei legumi, dato che il carrubo viene fatto rientrare nella famiglia delle leguminose.
È un albero sempre verde originario della Siria e oggi ampiamente diffuso in tutto il Mediterraneo.

Purtroppo le Carrube sono quasi completamente dimenticate, come uso alimentare.
Mentre per alcuni sono il ricordo dell’estate, quando da bimbi ci si divertiva a rosicchiare questi strani e dolci frutti, soprattutto durante le vacanze al mare o in campagna, mentre per i bambini di oggi sono totalmente sconosciute.
Peccato, perché le carrube hanno delle importanti proprietà.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Sono ricche di fibre, che le rendono perciò un cibo altamente saziante.
Povere di grassi, hanno un buon contenuto di proteine e di minerali, tra cui: potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, selenio, zinco, ferro.
Sono anche fonte di vitamine del gruppo B, di vit.C, vit E e K.
Sono ricche di sostanze antiossidanti, come polifenoli e flavonoidi, tannini.
Hanno perciò un effetto antinfiammatorio e antiossidante superiore a quello del cacao.

FARINA E POLPA

In effetti la farina di carrube è un ottimo surrogato del cacao.
Regolano la funzione intestinale e per ciò sono indicate sia nel caso di diarrea che di stitichezza.
La farina di carrube ha la proprietà di assorbire l’acqua e per questo ha un efficace effetto antidiarroico.
Invece la polpa di carruba, ricca di pectina e fibre è in grado di favorire il transito intestinale e ha effetto lassativo.
Altri studi ci dicono che i polisaccardi presenti nelle carrube sono efficaci nel contrastare l’ipercolesterolemia e sono pure in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri, favorendo la regolazione della glicemia.
La farina di carruba svolge pure un’azione benefica per il controllo del reflusso gastroesofageo e del colon irritabile (IBS).

Voi le conoscete? Magari ogni tanto le mangiate? Sono curiosa di saperlo…