ROSSO FRAGOLA

Le fragole piaccio a tutti!
Si possono trovare le prime fragole già a fine marzo e ci accompagnano durante tutta la primavera, fino a luglio.
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di parlarci delle fragole.

LE FRAGOLE

Vi confesserò… io impazzisco per le fragole, fin da piccola ne facevo abbondanti scorpacciate!
Fortunatamente in questo periodo i negozi e i reparti dei supermercati di frutta e verdura iniziano a proporle in modo quantitativo e soddisfacente.
E non sono certamente le fragole che vengono vendute anche d’inverno, che del sapore e della consistenza della fragola hanno poco o niente.
Erano coltivate già nell’antica Roma e oggi sono fra i frutti di bosco più consumati al mondo.
Lo sapete che la fragola è un falso frutto?
I frutti veri della Fragaria Vesca (la pianta della fragola) sono i piccoli semi (acheni) sparsi sul ricettacolo fiorale, trasformato in un corpo carnoso e rosso.

I BENEFICI

Il colore della fragola deriva da pigmenti vegetali chiamati “antocianidi”, molto simili ai preziosissimi bioflavonoidi.
Questi antocianidi svolgono una potente azione antiossidante, cioè neutralizzano i dannosi “radicali liberi”.
Le fragole sono uno degli alimenti con più basso contenuto calorico, circa 27cal per 100gr di prodotto.
Proprio per questo le fragole sono davvero un regalo quando si segue una dieta.
Pare che aumentino la produzione di un ormone chiamato adiponectina, che stimola il metabolismo e riduce l’appetito.
Hanno anche un basso indice glicemico, nonostante il sapore dolce e per questo l’insulina non subisce sbalzi con il loro consumo anche giornaliero e sono consigliate anche per chi soffre di diabete.
Sono costituite principalmente da acqua e carboidrati e sono anche ricche di vitamina C, folati, potassio, ferro, manganese.

LE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Lo sapete che il quantitativo di otto fragole fornisce più vitamina C di un’arancia?
Favoriscono anche le funzioni cerebrali
Sono diuretiche e facilitano l’eliminazione dell’acido urico, sono ricche di fibra solubile vegetale e contrastano perciò la stipsi.
Prima del consumo si consiglia di lavarle sotto l’acqua corrente, ma non lasciarle in ammollo, perché sono idrovore, tendono cioè ad assorbire acqua, quindi perderebbero la loro consistenza, diventando molli.
Per eliminare eventuali tracce di fitofarmaci, un rimedio utile è quello di passarle in una tazzina di vino rosso e poi passarle sotto l’acqua corrente.
Preferisci un prodotto italiano e di stagione.
Scegli fragole turgide con un colore rosso uniforme e col picciolo ben attaccato al frutto.
Se acquisti le fragole in vaschetta controlla che non vi siano frutti ammaccati o ammuffiti, perché nel giro di poco la muffa si può estendere a tutta la confezione.
Il modo migliore per consumarle è condirle con il succo di limone o spolverate con della granella, ma diciamo che anche la panna montata non guasta… una coccola è sempre concessa!
C’è un aspetto negativo della fragola? Purtroppo sì, ed è la facilità a scatenare fenomeni allergici. Ma questo, di solito, è già a conoscenza del potenziale consumatore

I SUPERPOTERI DELLA RUCOLA

La rucola, con il suo sapore caratteristico, è molto usata in cucina.
Quello che forse non sapete, è che è la rucola ha molti benefici e proprietà nutrizionali.
Ce ne parla la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, nell’articolo settimanale della rubrica FOOD IS LIFE.

STORIA DELLA RUCOLA

La Rucola è conosciuta sin da tempi remotissimi, persino gli antichi Romani ne consumavano abbondantemente, anche perché era considerata una pianta con elevati poteri afrodisiaci!
Nel Medioevo invece era più apprezzata per le virtù medicamentose, in quanto considerata protettiva dello stomaco e ottimo diuretico.

LA RUCOLA OGGI

La rucola è al giorno d’oggi considerata un super food, cioè un cibo con grandi poteri nutrizionali, il cui sapore è pungente, amarognolo e croccante.
Esiste la rucola coltivata e la rucola selvatica, detta ruchetta, che si può trovare nei prati ed è una pianta erbacea perenne, con foglie piccole e sapore intenso.
La rucola che si trova nei negozi di verdure ha le foglie più larghe e chiare e si coltiva in terreni fertili e sabbiosi, appartiene alla famiglia delle Brassicacee.
Il periodo migliore per seminarla è tra la primavera e l’estate. Ma è possibile coltivarla tutto l’anno. Più il terreno è arido e la raccolta tardiva, maggiore saranno l’intensità di sapore e il grado di piccantezza
In cucina si usa come aggiunta alle varie insalate o da sola, insaporisce panini, pizze, piadine, minestre, carni e pesce.
È ottimo anche il pesto di rucola, in alternativa al pesto classico.

PROPRIETÀ E BENEFICI

Protegge il sistema cardiovascolare, abbassa la pressione arteriosa, preserva le pareti dei vasi sanguigni dai fenomeni di invecchiamento, riduce la iperglicemia e riduce il livello dei lipidi ematici.
Stimola l’appetito (indicata per chi soffre di inappetenza), favorisce la digestione, l’espulsione dei gas intestinali, possiede azione diuretica.
Contiene provitamina A, fondamentale per i nostri occhi e la nostra vista.
È pure ricca di calcio, per cui è amica della salute delle ossa.
Può essere consumata sia cruda che cotta, anche se cotta perde un po’ dei suoi superpoteri!

LE IRRESISTIBILI ERBE AROMATICHE

La primavera è nell’aria e… stanno arrivando! Parliamo delle erbe aromatiche, naturalmente!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’adda ci parlerà di queste profumate e saporite erbe!

LE ERBE AROMATICHE

E non è necessario possedere un vasto orto per coltivarle, ma basta anche solo un balcone ben esposto ai raggi del sole e qualche piccola attenzione
In più molte di queste erbe attirano gli insetti impollinatori (che sono molto utili) e tengono lontano quelli nocivi (tipo zanzare e afidi).
E soprattutto non c’è storia… volete mettere il sapore di un’erba appena colta rispetto ad un’erba aromatica congelata o seccata?

Il sale, un tempo, era assai difficile da trovare e veniva sostituito da spezie ed erbe aromatiche, per dare sapore alle varie preparazioni.
Oggi, con la disponibilità del sale decisamente aumentata (e purtroppo per la nostra salute, abusata) da anni, le erbe sono state decisamente confinate ad un utilizzo sporadico e saltuario, provocando di fatto una notevole perdita, poiché contengono numerosi principi nutritivi, vitamine e minerali utili nella digestione.

DIFFERENZA TRA ERBE AROMATICHE E SPEZIE

È forse il caso di rivalutare ampiamente il loro uso come insaporitore prezioso, atto a valorizzare ricette e preparazioni, in modo che si possa sostituire quasi completamente l’uso del sale. È solo una questione di abitudine!
Le erbe aromatiche prendono il loro nome proprio dal delizioso e gradevole profumo (AROMA) che emanano e quando sono fresche e appena raccolte, stimolano piacevolmente il nostro olfatto. Sono ricche di effetti benefici sulla nostra salute, a breve o lungo termine, basta sapere di ognuna le proprietà vincenti (oltre che palatalmente gradevoli).
Le erbe aromatiche, a differenza delle spezie che principalmente provengono dall’Africa e dal lontano Oriente, giungono proprio dalle aree mediterranee italiane, da cui venivano esportate e rendono sia l’Italia che la vicina Francia i luoghi di maggior diffusione, rispetto per esempio all’est Europa che sceglie di prediligere le spezie.
Le erbe aromatiche sono da alcuni considerate spezie ma in realtà si distinguono da queste perché vengono principalmente utilizzate fresche, mentre le spezie sono essiccate.

ALCUNE ERBE AROMATICHE E I BENEFICI

L’elenco delle erbe aromatiche è lunghissimo! Talmente lungo che, leggerlo tutto, può spaventare.
Mi limiterò a parlarvi di quelle più comunemente usate in cucina
Dai decotti delle nonne, alla moderna fitoterapia, fino alle stesse medicine (che nel 50 % dei casi sono ancor oggi di derivazione vegetale), erbe e piante sono da sempre presidi della salute e del gusto.

ROSMARINO: il suo nome significa “rugiada di mare”. Questo perché le piante più floride si trovano lungo le coste marittime. Era amatissimo fin dai tempi antichi e veniva considerato da Egizi e Romani una panacea (per le sue virtù antisettiche) per conservare la carne che veniva cosparsa di foglioline tritate.
Contiene molte vitamine (incluse quelle preziose del gruppo B), che sono preziose per il sistema nervoso e per la mente. Racchiude quantità di calcio, ha poteri calmanti e distensivi.
Dalle sue caratteristiche foglie si estraggono olii essenziali dal potere balsamico e antinfiammatorio. È stimolante e diuretico, benefico per gli anemici e aiuta a tenere a bada colesterolo e trigliceridi. In cucina si usa su arrosti, pesce al forno, sulle focacce e sulle mitiche patate al forno.
E se vi sentite appesantiti dopo un lauto pasto, fate bollire per tre minuti un rametto di questa magica pianta in acqua già bollente. Lasciate riposare per cinque minuti e poi bevete. La digestione riprenderà alla grande!

ORIGANO: la leggenda narra che era così profumato che la dea Afrodite lo coltivava personalmente nel suo giardino, ai piedi dell’Olimpo. Ma le sue virtù vanno ben oltre all’odore.
È ricco di oli essenziali e sostanze aromatiche, fenoli, calcio, sali minerali. Ha proprietà antivirali e digestive, favorisce il ciclo femminile senza dolori.
In cucina non c’è piatto mediterraneo senza origano: pizza, focacce, panzanelle, pomidori ecc…
Si può usare ovunque, ma anche per qualche ricetta fuori dalle nostre tradizioni. Che ne dite di tofu a tocchetti, più pomodorini affettati, più cipollotto, più olive spezzettate, olio, peperoncino, sale? Fate marinare per 20 minuti. Poi spadellate solo il tofu finché non è croccante, riunitelo alle verdure e spolverate il tutto con abbondante origano e semi di papavero.

SALVIA: questa meravigliosa pianta, nel XIII secolo, era nei mercati olandesi, valutata tre volte più del già preziosissimo tè. È un’autentica regina non solo dei sapori, ma anche della salute.
I flavonoidi contenuti nelle foglie hanno effetto antiossidante, quindi aiutano a combattere i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. È diuretica, balsamica, ipoglicemizzante e tonificante. Perfetta per l’igiene orale, tanto che gli antichi romani la usavano come spazzolino e come dentifricio. Può essere utile ancora oggi in caso di infiammazioni della mucosa orofaringea (sotto forma di infusi ben caldi, ogni 3 ore). Contiene inoltre sostanze simili agli ormoni estrogenici. In cucina il suo aroma speziato e leggermente amaro si accosta a qualunque piatto, dalle carni ai ripieni, ai formaggi a pasta morbida, alle minestre, ai legumi. Si può utilizzare fritta in pastella, col burro fuso, nelle salse, e anche nei sorbetti.

TARASSACO: detto anche cicorietta selvatica, si trova nei campi da marzo a novembre. È un vero regalo di madre natura, perché é ricco di fibre che aiutano la regolarità intestinale, di acido folico e di composti amari, particolarmente amici del fegato. È dunque depurativo e utilissimo per contrastare l’accumulo di tossine da stress, da inquinamento, da cattiva alimentazione, da patologie epatiche. In cucina: all’agro, ripassate in padella con olio e aglio, insieme alla carne per rendere più leggere le polpette, in frittata, in omelette.

MALVA: pare che Cicerone ne facesse scorpacciate e Ippocrate e Plinio la consigliassero per ritrovare salute e serenità. Anche i greci la consideravano magica e amica degli dei, tanto che i seguaci di Pitagora la raccomandavano per calmare vizi e passioni umane.
Storie antiche, ma naturalmente come sempre, con un fondo di verità. Perché la malva è ricca di mucillagini dalle proprietà emollienti e antiinfiammatorie per tutti i tessuti del corpo, preziosa in decotto contro il mal di gola e infiammazioni intime e infiammazioni del cavo orale. Diuretica, depurativa, grazie all’azione protettiva delle mucillagini che creano un film protettivo sulle mucose è utilissima per prevenire e contrastare problemi gastroesofagei e per favorire la regolarità intestinale. In cucina: foglie e fiori sono da sempre presenti in ogni cucina mediterranea, perfetti nelle minestre, nelle creme di verdura, nei soffritti, crudi in insalata. Con la malva si può anche aromatizzare il formaggio.

Mancano all’appello due delle erbe aromatiche più usate da noi italiani…quali sono?

TUTTI MATTI PER I PISTACCHI

Negli ultimi anni è aumentato notevolmente il consumo di pistacchi. Ce ne accorgiamo quando andiamo al supermercato e nelle pasticcerie, in cui possiamo trovare numerosi prodotti al pistacchio: dolci, salati, freschi, creme, granella, gelati ecc…
Si sono diffusi anche i dolci tradizionali natalizi e pasquali al gusto pistacchio.
La dottoressa Chiara D’Adda ci parla oggi del pistacchio!

I PISTACCHI

Circa 1700 anni prima di Cristo i pistacchi erano già considerati tra i migliori prodotti della terra, unitamente a miele e mandorle. Da allora la coltivazione si è praticamente diffusa in tutto il mondo.
La pianta che li produce si chiama Pistacia vera, è un arbusto sempre verde che può raggiungere l’altezza di 12 metri e appartiene alla famiglia delle Anacardiacee.
I pistacchi sono i semi di queste piante.
In Italia i più famosi sono i celeberrimi pistacchi di Bronte, vanto dell’agricoltura siciliana.
Questi semi posseggono molte virtù nutrizionali, oltre che avere un’ottima palatabilità e una molteplicità di modi di impiego.

PROPRIETÀ BENEFICHE

Il pistacchio è un concentrato di energia e di costituenti che hanno uno straordinario effetto nutraceutico.
Contengono tantissimi elementi antiossidanti, superati solo dalle noci e dalle noci pecan. In particolare sono ricchi di caroteni come luteina e xeaxantina, molto importanti per la salute degli occhi.
È stato poi confermato che questi antiossidanti vengono pure assorbiti in modo ottimale a livello intestinale.
I pistacchi sono ricchissimi di vitamina B6, fondamentale per svariate funzioni del nostro corpo.
Hanno pure i livelli maggiori di fibre sia solubili che insolubili.
Sono ricchi di grassi insaturi che contribuiscono a mantenere un normale livello di colesterolo nel sangue.
Il fiore all’occhiello del pistacchio è il ferro, contenuto in una alta percentuale. Così come rame, potassio e magnesio. Perfetto per avere un risultato antianemico.
L’OMS consiglia di mangiare non oltre 30 gr di pistacchi al giorno (circa una quarantina di semi), ma quelli non salati e tostati, solo al naturale, semplicemente essiccati.

IL PISTACCHIO IN CUCINA

Si possono trasformare in prodotti da utilizzare in cucina:
• pasta pura, che si ottiene macinando ed emulsionando con determinati macchinari i pistacchi. È molto costosa, pregiata e raffinata.
• Crema spalmabile a base di pistacchio, accompagnato però anche da altri ingredienti (latte, zucchero, grassi vegetali, aromi, anche con aggiunta di frutta a guscio). Di solito si gusta spalmata su fette di pane o nei dolci più disparati
• Pesto, è un prodotto salato con aggiunta di formaggio, aglio, olio, erbe aromatiche. Si può usare per condire la pasta
• Olio di pistacchio, molto ricercato e raro.
• Farine di pistacchio
• Pistacchi tostati e salati, usati come snack negli aperitivi.

CONTROINDICAZIONI E COSTO

Sapete perché i pistacchi hanno un costo così elevato?
Uno dei motivi è che la pianta cresce ogni due anni quindi per un raccolto continuo i produttori devono piantarne in grandi quantità in zone diverse e in momenti diversi!

Attenzione! I pistacchi andrebbero consumati con moderazione da chi soffre di obesità e (se salati) da chi ha la pressione alta. Naturalmente l’eccesso di consumo è sconsigliato anche in presenza di particolari disordini epatici o renali

CONOSCI LE PUNTARELLE?

Tra gli alimenti poco conosciuti, ma ricchi di benefici, troviamo le puntarelle.
Variare l’alimentazione e sperimentare è molto importante, sia per conoscere nuovi gusti, sia per integrare sostanze nutritive sufficienti e complete.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci parla oggi di questo alimento: le puntarelle

CONOSCETE LE PUNTARELLE?

Lo sapete che fanno benissimo se il vostro fegato è stressato?
Hanno proprietà purificanti e disintossicanti e quindi favoriscono enormemente la funzionalità epatica.
Le puntarelle non sono altro che i germogli teneri di una particolare varietà di Cicoria Catalogna. Questa cicoria si presenta come un cespo di foglie di colore verde intenso e di forma allungata.
Nella parte interna del cespo ci sono i germogli (in gergo tecnico “talli”), le puntarelle appunto, di consistenza tenera e croccante.

LA STORIA

Questo ortaggio è conosciuto da millenni, Plinio ne parla già in uno scritto del 1500 avanti Cristo e Galeno (medico dell’antica Grecia) ne consigliava il consumo per curare le malattie del fegato.
Le varietà di cicoria da cui ricavare le puntarelle sono principalmente due.
Una viene coltivata in Puglia e ha germogli più grossi e compatti. L’altra viene coltivata nel Lazio e i germogli sono più lunghi e affusolati.

Oggigiorno fortunatamente è possibile trovarle nei negozi di frutta e verdura o nei supermercati di tutto il nostro paese. Attenzione a scegliere un cespo turgido e compatto, con foglie ben chiuse intorno ai germogli e di colore intenso e brillante. E a prepararle nel modo giusto!

I BENEFICI

Si tratta di un alimento ipocalorico e molto salutare.
In 100 gr di puntarelle troviamo appena 15 calorie.
Sono ricche di acqua e hanno un buon contenuto di fibre, inulina, ferro, fosforo, vitamina B1 e B3, vitamina C, vitamina A, sali minerali.

È preferibile consumarle crude perché così rimangono inalterate le proprietà benefiche per l’organismo.
Si possono utilizzare come semplice contorno oppure realizzare primi piatti tradizionali o farcire torte salate rustiche.
Oltre agli effetti benefici sul fegato, aiutano la digestione, stimolano la circolazione sanguigna, favoriscono l’eliminazione dei grassi, ed hanno una leggera azione lassativa.
Voi come le cucinate?
Se non le avete mai mangiate è il caso di porre rimedio e provarle subito!

LA CIPOLLA CHE CI FA PIANGERE

Fa piangere, ma è molto buona e salutare.
Di cosa stiamo parlando?
Della CIPOLLA, naturalmente!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ha indovinato subito, e ci parla oggi proprio delle caratteristiche nutrizionali della cipolla.

STORIA DELLA CIPOLLA

Le cipolle sono ortaggi appartenenti al genere Allium, un genere che comprende anche aglio, cipollotto, scalogno, porro, erba cipollina.
Ma è la cipolla in assoluto ad essere ad essere la più diffusa e mangiata al mondo.
I Sumeri la coltivavano già più di 4000 anni fa!
Ma furono i Romani a diffondere la cipolla in tutto l’impero.

BENEFICI E CONTROINDICAZIONI

Tutte le specie del genere Allium contengono molecole ricche di zolfo, da cui deriva l’odore e il sapore caratteristico.
Ma la cipolla ne contiene in grandissima quantità, come se fosse una potente arma chimica per difendersi da parassiti e predatori.
Vari studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra il consumo di cipolle ed effetti positivi sulla salute dell’uomo, dovuto al contenuto di flavonoidi (antocianina, quercitina ecc) e fruttani.
Purtroppo però questi elementi possono recare fastidio a chi soffre della cosiddetta Sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

TIPI DI CIPOLLA

Si possono consumare crude o cotte, a seconda del nostro piacere e di alcune intrinseche caratteristiche.
Vediamo ora i tipi di cipolla più utilizzati in cucina.
CIPOLLA ROSSA: è la migliore da mangiare cruda, ha un sapore dolce e croccante, aggiunge colore alle salse. Ideale per panini e pizza.
CIPOLLA BIANCA: croccante, molto ricca di acqua. Sapore pungente che si addolcisce con la cottura. Ottima nei sandwich, nelle zuppe, e anche lei sulla pizza. Superba lessata o cotta al forno quando è fresca di stagione.
CIPOLLA DORATA: perfetta per cucinare zuppe e stufati. Ideale da caramellare
CIPOLLA DOLCE: ideale da friggere e per fare anelli di cipolla fritti, piatti gratinati, con verdure arrostite. Buonissima anche nella frittata
SCALOGNO: sapore morbido e poco pungente, più delicato ma più aromatico. Si presta ad una cucina leggera.
E voi, avete qualche ricetta gustosa in cui la cipolla è essenziale?
E soprattutto…avete dei trucchi per non piangere copiosamente quando la affettate?
Io ce li ho…li volete conoscere?

4 febbraio, giornata mondiale contro il cancro

Il 4 febbraio è la giornata mondiale contro il cancro.
L’istituzione di questa giornata si deve alla Carta di Parigi del 1999.
Fortunatamente tanto è cambiato in meglio in questi anni e il cancro è diventata in molti casi una malattia perfettamente guaribile, ma mai abbassare la guardia!
La dottoressa Chiara D’Adda ci parla di cancro, prevenzione e nutrizione.

IL CANCRO E LA PREVENZIONE

Uno dei cardini della lotta al Cancro è la consapevolezza che molto dipende dal nostro stile di vita e dall’aver ben capito il significato della parola “prevenzione”.
Prevenire: letteralmente vuol dire “arrivare prima”, ossia fare tutto il possibile per impedire l’insorgenza di una malattia o per ritardarne l’evoluzione.
La vera prevenzione nasce dal quotidiano e cosa c’è di più quotidiano dell’alimentazione?
Del cibo che ogni giorno, regolarmente, minimo tre volte al dì, introduciamo dentro di noi?
Ne convenite che siamo responsabili (per un buon 80%), attraverso i nostri comportamenti, alimentari e non, del nostro star bene?

Per la prima volta, all’inizio di questo millennio, la mortalità per cancro, ha cominciato a diminuire e il merito di questa svolta va alla PREVENZIONE.
Si sa che il cancro è una malattia genetica e ambientale.
Lo stile di vita individuale influisce sia sull’incidenza dei tumori, sia sulla curabilità, perché seguendo i programmi di diagnosi precoce è possibile scoprire le alterazioni iniziali e intervenire nella fase in cui il tumore è trattabile, per lo più con terapie non invasive, che rispettano la qualità di vita delle persone.

LA NUTRIGENOMICA

L’altra grande svolta storica di inizio millennio è la decodifica del genoma umano.
Lo studio del DNA ha infatti spiegato e rafforzato i dati che l’epidemiologia ha raccolto per anni.
Si sapeva che il cibo è responsabile di una larga quota di tumori e sapevamo che alcuni alimenti come FRUTTA, VERDURE, SPEZIE, hanno un valore protettivo, ma non si sapeva perché.
La lettura del genoma ci ha permesso di capire che questi cibi contengono in gran parte gli ANTIOSSIDANTI, che sono in grado di proteggere i nostri geni da mutazioni che trasformano cellule sane in cellule tumorali.
Gli antiossidanti sono anche in grado di combattere l’infiammazione delle nostre cellule, principale causa delle modificazioni nocive.

In futuro la conoscenza del genoma delle piante ci condurrà ad individuare meglio i cibi anticancro e a consigliare diete personalizzate in grado di proteggere meglio la singola persona dal rischio individuale di sviluppare alcuni tipi di tumori.
Sta nascendo e sta facendo passi da gigante una disciplina dedicata a questo obiettivo: la NUTRIGENOMICA.
Attendiamo con impazienza i progressi e gli sviluppi di questa affascinante prospettiva!

Nel frattempo ricordiamoci tutti di mangiare in modo sano e sostenibile!
Gli studi più recenti hanno messo in evidenza che l’azione dei cibi sul rischio di sviluppare il cancro è molto estesa. Il tipo di alimentazione influisce sullo stato di infiammazione cellulare.
L’infiammazione cellulare può aprire la strada a modificazioni in senso maligno.
Anche come trattiamo gli alimenti nella preparazione e nella cottura ha una grande importanza.
E pure i recipienti usati in cucina devono essere di sicura origine e composizione.

LA SALUTE DEGLI OCCHI

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, misteriosi e romantici, raccontano molto di noi e delle nostre emozioni.
Ma pensiamo mai a come mantenerli in salute?
Abbiamo chiesto alla dottoressa Chiara D’Adda alcuni consigli.

COME PROTEGGERE GLI OCCHI

Fra i buoni propositi per l’anno nuovo, che ne dite se mettiamo anche il dovere di conservare la salute dei nostri occhi?
Gli occhi sono tutti belli, non per niente si dice che siano lo specchio dell’anima, ma è importantissimo anche tenerli in salute e far sì che questa bellezza duri a lungo.
Bisogna proteggerli perché i raggi UV possono provocare danni che spesso non si avvertono nell’immediato, ma a posteriori.
Perciò è consigliato l’uso di occhiali da sole molto protettivi non solo d’estate, quando il sole è alla massima potenza, ma anche d’inverno, quando il sole è basso all’orizzonte e anche in presenza di nuvole, capaci di diffrangere il raggio luminoso e aumentare la presenza di radiazioni.
Poi mettiamoci anche la sollecitazione data dall’uso quasi continuo di smartphone, computer, schermi televisivi, lampade a led, maxischermi ecc…
Non abusiamo di questi dispositivi!
Manteniamo una distanza di almeno 70 centimetri dal computer e di 30 -40 centimetri da smartphone e tablet.
È importante anche tenere una buona postura per evitare contratture cervicali che rallenterebbero la fisiologica lacrimazione.
Gli occhi non sono un apparato a sé stante, ma si relazionano con tutto l’organismo e anche il nostro stile di vita si riflette sulla loro salute.

OCCHI E ALIMENTAZIONE

Come possiamo aver cura dei nostri occhi con l’alimentazione?
Ci vuole un regolare consumo di frutta e verdura, perché così si fornisce un ampio spettro di sostanze benefiche. Contengono vitamine e antiossidanti capaci di evitare la secchezza oculare che può portare a gravi alterazioni della cornea.
Forniscono ostacolo ai meccanismi che sono alla base della degenerazione maculare ed hanno quindi una spiccata azione anti-age.
Via libera ad alimenti ricchi di:
vit. E ⇒ olio di germe di grano, olio extravergine d’oliva, frutta secca a guscio
vit. C ⇒ agrumi, peperoni, kiwi ecc
vit. B2 ⇒ cereali legumi, verdure a foglia verde
vit. A⇒ uova, pesce, burro, formaggio ecc
zinco ⇒ carni rosse, cereali integrali, germe di grano

Non si possono dimenticare i mirtilli ed in generale tutti i vegetali di colore viola-blu.
Contengono antocianosidi che sono potenti antiossidanti, migliorano l’attività retinica e la circolazione sanguigna dei capillari oculari, funzioni necessarie per conservare in salute cornea e cristallino e per contrastare le malattie della vista, in particolare quelle che si presentano in età avanzata.
Bere tantissima acqua, non fumare, usare poco sale e pochissimo zucchero.
Usare buoni colliri.
Occhio al make-up per gli occhi e struccarsi sempre prima di andare a dormire.

VINCERE FREDDO, ABBUFFATE E PIGRIZIA

Come ci sentiamo in questi gironi di festa in cui, inevitabilmente, mangiamo molto e in modo sregolato?
Lo sa bene la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, che raccoglie ogni anno gli stati d’animo delle persone che si rivolgono a lei a gennaio, dopo le grandi abbuffate, per “sistemare” appetito, stomaco e intestino!

FREDDO, ABBUFFATE E PIGRIZIA

Complici le temperature rigide, il cielo grigio, il sole che sorge tardi e tramonta presto, l’organismo è portato fisiologicamente ad impigrirsi.
Inoltre con il freddo non è raro cedere alla tentazione di assumere una dose di grassi e carboidrati eccedenti il personale fabbisogno energetico.
Aggiungiamo le festività che stiamo vivendo, che ci mettono il carico da novanta con cene ed aperitivi, stravolgendo il nostro quotidiano tran-tran… e qual è il risultato?
Ci si sente appesantiti? Raffreddati? L’umore è un po’ grigino?

L’ALIMENTAZIONE CORRETTA

Probabilmente abbiamo bisogno di una sferzata di energia, di ritrovare la voglia di fare movimento e di prendere in mano la propria vita.
Si può partire senz’altro migliorando le nostre abitudini a tavola!
Bisogna dare la preferenza a carote, zucca, spinaci, verze, cavoli, broccoli.
Sono ricchi di vitamina C e di minerali come potassio, ferro, fosforo.
L’ideale è consumare la verdura cruda o cotta al vapore, per non disperdere nell’acqua di cottura le proprietà nutrizionali.
Come condimento scegliere sempre l’olio extravergine d’oliva che favorisce l’assorbimento dei carotenoidi, utilissime sostanze ad azione antiossidante, contenute in particolare in carote e zucca. Portate in tavola verze e cavolfiori, che affettati sottilmente possono essere consumati crudi, facendo delle ottime insalate e fornire così sostanze protettive per l’apparato gastrointestinale.
Via libera a finocchi, cipolle, porri, gustosi sia crudi che cotti, e ricchi di quercitina, flavonoide che aiuta il nostro sistema immunitario oltre ad avere proprietà diuretiche.
Ottima soluzione pratica se si pranza spesso fuori casa è quella di bere centrifugati che mixano frutta e verdura di ogni tipo. Questo anche durante il pranzo.

L’INTESTINO

Proteggete l’intestino prediligendo l’uso di cereali integrali, ricchi di fibre, e di yogurt, ricco di probiotici.
Fate entrare nella vostra quotidianità alimentare la frutta secca, i semi oleosi, che forniscono importantissimi omega 3 e 6.
Prediligete carne bianca e pesce (anche azzurro) , cucinati nel modo più semplice possibile.

Mangiate poco, leggero ma sostanzioso !
Fate una colazione che vi dia energia per tutta la mattinata
Coccolatevi con tè, tisane, infusi!
E vincete la pigrizia, anche solo facendo camminate a passo veloce, quotidianamente.

CARCIOFI: ORIGINE, PROPRIETÀ E BENEFICI

Sta arrivando la stagione dei carciofi!
Sono degli ortaggi amatissimi dagli italiani, tanto che il nostro paese è il primo produttore al mondo.
Si raccolgono in autunno e in primavera e per questo sono già presenti nei negozi di frutta e verdura, anche in questa stagione.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda saprà convincervi che, oltre ad essere buoni, sono anche ricchi di proprietà nutrizionali.

ORIGINE DEI CARCIOFI

Il Carciofo, nome scientifico Cynara Scolymus è una pianta della famiglia delle Asteracee (o Composite), coltivata in Italia e in altri paesi per uso alimentare e anche medicinale, quindi capite la grande importanza?
Documentazioni storiche sembrano indicare che la domesticazione del carciofo possa essere avvenuta in Sicilia a partire dal primo secolo, circa.
Proprio in orti familiari della Sicilia centro-occidentale pare sia avvenuta la diffusione di questa pianta, già conosciuta dai greci e dai romani, ma sicuramente a carattere selvatico. Il nome sembra derivare dall’arabo kharshuf
A quanto sembra le si attribuivano poteri afrodisiaci e la leggenda narra che prenda il nome da una ragazza sedotta da Giove e quindi trasformata in carciofo.
Nel XV secolo il carciofo era già consumato in Sicilia, poi in Toscana e poi in Francia, introdotto da Caterina de’ Medici.

PROPIETÀ NUTRIZIONALI E BENEFICI

I carciofi sono fonte preziosa di numerosi composti, presenti in minuscole quantità, ma che svolgono un’azione fisiologica fondamentale e che sono molto utili per la nostra salute.
La loro palatabilità è eccezionale e naturalmente sono buonissimi!
Nel carciofo si trova:

CINARINA: agisce sulle cellule del fegato per aumentare la produzione di bile e su quelle dei reni per aumentare il filtrato glomerulare, per aumentare la produzione dell’urina.
Grazie alla cinarina sono presenti: cinarosido, cinaropicrina, acidi organici (malico, lattico, citrico, glicolico, glicemico).

STEROLI: sostanze, nella loro struttura chimica, simili al colesterolo ma di origine vegetale. Producono l’interessante effetto di limitare l’assimilazione del colesterolo nell’intestino.

Il carciofo è digeribile e ben tollerato, sia dai sani che dai malati, e lo si può considerare un alimento medicinale, particolarmente indicato nei seguenti casi:
malattie epatiche
malattie biliari
disturbi renali
colesterolo troppo elevato
diabete
malattie della pelle.
Questo perché il carciofo contiene sostanze che contribuiscono a far funzionare meglio il fegato.

Lo sapete che il carciofo contiene calcio, più del latte?
Che il carciofo non contiene grassi?
E che contiene una particolare fibra alimentare detta INULINA?
L’inulina rappresenta il nutrimento di microrganismi probiotici intestinali, di conseguenza contribuisce allo sviluppo di una microflora positiva (si avrà un intestino sano, con uno stato di eubiosi intestinale) e i composti che derivano dalla sua fermentazione sembrano coinvolti nella prevenzione del tumore del colon.
Attenzione però che la conservazione per lungo tempo e non adeguata dei carciofi può causare una perdita importante di inulina, perciò il miglior metodo di conservazione risulta quello in frigorifero (o comunque al freddo) a 4 gradi e avvolti in pellicola di Domopak.

COME SI PREPARANO E SI USANO

Crudi, arrostiti, cotti (se cotti, meglio a vapore, perché così conservano la maggior parte dei sali minerali e degli oligoelementi).
Fatene il “pieno” intanto che è ancora la loro stagione!
E voi avete qualche ricetta particolare?
Nella vostra Regione come si consumano di preferenza?