L’IMPORTANZA DEGLI AGRUMI

Quanto ci piacciono gli agrumi, sia nel gusto, che alla vista?
Buoni, colorati e soprattutto… ricchi di proprietà nutrizionali!
Ce ne parla oggi la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

ORIGINE E DIFFUSIONE DEGLI AGRUMI

Il nome “agrume” deriva dal latino “agrimen”, che significa agro. Dal punto di vista botanico sono anche noti con il nome di “esperidi”, in riferimento all’undicesima fatica di Ercole, durante la quale il semidio riuscì a cogliere le mele d’oro nel giardino custodito dalle ninfe Esperidi.
Tutti gli agrumi provengono dall’Asia, in particolare dalla Cina e dall’India ed erano coltivati già 3000 anni fa.
In Italia la produzione attuale di agrumi si concentra nelle regioni meridionali, con la Sicilia in prima fila, seguita dalla Calabria. In Europa, l’Italia è al secondo posto per produzione, dopo la Spagna.

FAMIGLIA DEGLI AGRUMI

L’elenco degli agrumi comprende
• Limone
• Lime
• Arancia e arancia amara
• Clementina
• Mandarino
• Pompelmo
• Bergamotto
• Finger lime
• Kumquat
• Kaffir lime
• Pomelo
• Cedro
• Chinotto
• Calamondino
• Mapo

La polpa è succosa e la buccia è più o meno ruvida. È una scorza commestibile, quando non trattata chimicamente ed è particolarmente aromatica grazie alla presenza di olii essenziali.
Sotto la buccia è presente un rivestimento spugnoso, chiamato albedo.

PERCHÉ FANNO BENE

Perché il consumo di agrumi è raccomandabile?
Perché contengono una marea di componenti importantissimi per la nostra salute!
• Minerali, come potassio, calcio, magnesio
• Acido folico, nutriente essenziale
• Zuccheri in quantità moderata, perciò tollerati dai diabetici
• Vitamine, oltre alla famosissima C, anche carotenoidi, B1 e B2
• Acidi organici, come l’acido citrico che rinforza l’azione della vit. C.
• Fibra vegetale in forma di pectina, che combatte il colesterolo
• Flavonoidi, potenti antiossidanti, antiinfiammatori
• Limonoidi

Grazie a questa straordinaria composizione chimica il consumo di agrumi aumenta la resistenza alle malattie infettive, protegge le arterie, ha una funzione antiallergica, alcalinizzante, remineralizzante.
Aiuta nei casi di accumulo di acido urico, aiuta nella cura e prevenzione di disturbi oculari.
Importantissimo è l’effetto anticancerogeno, dovuto sia alla quantità notevole di vit. C sia agli elementi fitochimici presenti.
Si può concludere che oltre ad essere molto buoni per le nostre papille gustative, gli agrumi sono alimenti essenziali per la prevenzione del cancro, grazie alla loro capacità, sia di agire direttamente sulle cellule tumorali, sia di incrementare il potenziale antitumorale di altre sostanze fitochimiche presenti nell’alimentazione.

E allora? Consumatene più che potete!

ECCO PERCHÉ I FAGIOLI FANNO BENE

Il fagiolo, un alimento molto nutriente e dal sapore intenso.
Si stimano più di 500 varietà di fagioli, ma spesso ne viene sottostimato il valore nutrizionale o il potenziale nella preparazione dei piatti da servire in tavola.

Nei tempi passati, ma neppure troppo distanti da noi, i legumi ed in particolare i fagioli, erano considerati un alimento povero, un piatto misero, forse perché la carne scarseggiava sulle tavole del popolo meno abbiente ed era invece presente nel menù giornaliero dei nobili e dei ricchi.
In effetti per questo motivo erano anche chiamati “la carne dei poveri”.
Sono semi che si trovano all’interno del cosiddetto baccello.
Nessuno che abbia mangiato un piatto di fagioli può dire di essersi alzato da tavola ancora affamato, perché, oltre che a dare un senso di sazietà intenso, sono davvero nutrienti.
Ce lo spiega la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Le varietà principali di fagiolo sono
• Fagioli borlotti
• Fagioli bianchi
• Fagioli cannellini
• Fagioli neri
• Fagioli con l’occhio
• Fagioli messicani o della regina
• Fagioli lima

Contengono:
• Proteine, la cui percentuale varia dal 21 al 24% a seconda della tipologia del fagiolo
• Fibre vegetali, che aiutano a prevenire la stitichezza e abbassano il livello del colesterolo
• Folati, essenziali alla funzione cellulare e alla crescita e salute dei tessuti
• Ferro, potassio, fosforo, calcio, magnesio
• Niacina (vit B3) e acido pantotenico
• Vitamina C, che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
• Amido (carboidrati) a lento rilascio, ovvero provoca un aumento più graduale degli zuccheri nel sangue rispetto ad altri amidi. Sono quindi efficaci nel regolare i livelli glicemici e nel prevenire il diabete

Unica nota negativa, scarseggiano in metionina.
Ma per ovviare a questo piccolo deficit e ottenere una proteina completa, è sufficiente combinare l’assunzione dei fagioli con altri cibi contenenti metionina, come cerali, sesamo, lievito di birra.

I FAGIOLI NELL’ALIMENTAZIONE

Naturalmente sono anche molto buoni e versatili nella preparazione.
Si possono preparare come primi piatti, aggiungendoli nei sughi, oppure inserendoli nelle più svariate zuppe sia calde che fredde.
Si possono servire anche come secondi piatti, sazianti e di altissimo valore nutritivo, è possibile anche utilizzarli per fare polpette deliziose o hamburger.
Ora si trovano in commercio anche paste fatte con le farine dei più svariati legumi.

COME ABBINARLI

Ci sono alcune regole da seguire per far sì che questi preziosi alimenti siano consumati nel modo eccellente.

Abbinamenti sì: con pasta, riso e altri cereali.
È l’abbinamento migliore che permette di assorbire al meglio le proteine dei legumi.
Ed è anche uno dei più semplici da realizzare.
Ottimo anche l’abbinamento con le verdure, soprattutto in funzione depurativa, visto l’alto contenuto in fibre per il corretto transito intestinale.

Abbinamenti no: legumi e frutta
Non andrebbero consumati nello stesso pasto.
La frutta è infatti molto digeribile se mangiata da sola, ma meno se associata ad altri alimenti, perché l’assorbimento degli zuccheri della frutta viene rallentato dagli altri alimenti e questo genera gonfiore intestinale e rallentamento digestivo.
Questo è vero particolarmente se alla frutta si associano legumi, che come è noto tendono a dare già loro un po’ di gonfiore.

Abbinamenti ni: attenzione a latte, formaggio, uova e pesce.
La composizione di aminoacidi nei due tipi di alimenti è molto diversa e per questo si potrebbero verificare problemi di digestione. Meglio consumarli in pasti diversi.

Abbinamenti plus: è possibile ed originale aggiungere ai nostri legumi, mandorle, nocciole, noci, semi oleosi (esempio zucca, sesamo, girasole, lino, canapa), pistacchi, anacardi.
Rappresentano una fonte importante di vitamine, minerali e grassi polinsaturi, i cosiddetti grassi buoni.

LA POLENTA FA INGRASSARE?

Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, si è mai chiesto: la polenta fa ingrassare?
Quante calorie ha la polenta? Mangiarla fa bene alla salute?
Oggi la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda risponde alle nostre domande, raccontandoci tutto ciò che da sapere di questo alimento della tradizione italiana, diffusissimo, come ben sapete, in particolare nel nord Italia.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI DELLA POLENTA

È il piatto tipicamente autunnale ed invernale, fra i piatti più colorati da portare in tavola, ed è pure buonissimo!
È un antichissimo alimento italiano a base di farina di mais o altro cereale.
Contiene i principali gruppi di nutrienti: carboidrati, grassi, vitamine, proteine, sali minerali, fibre.
I carboidrati contenuti sono complessi, quindi vengono assimilati lentamente e danno energia duratura e saziano a lungo.
Contiene piccole quantità di vitamine del gruppo B, vitamina A e vitamina E.
Povera di grassi, se non viene utilizzato il latte nella sua preparazione, non contiene colesterolo.
Contiene anche piccole quantità di calcio, ferro, magnesio, zinco, fosforo, sodio.
Ogni 100 gr di polenta forniscono circa 350 calorie.
È adatta a coloro che sono intolleranti al glutine del grano e di altri cereali, in quanto non ne contiene!

TIPI DI FARINA E DI POLENTA

Accanto alla classica farina di mais o di grano saraceno (polenta taragna) sono ora diffusi prodotti diversificati: si può scegliere tra i tipi profumati con tartufo e /o con funghi.
Esistono polente fatte con mix di quinoa, riso, amaranto ecc…
Una novità è rappresentata dalla polenta proteica, che affianca al mais anche farine di ceci e lenticchie, aumentando così il contenuto in fibre e proteine.
La nota negativa è la lunghezza della preparazione, ma a tutto c’è rimedio.
Arriviamo quindi alle polente precotte!
Non contengono additivi, sono preparate in modo sano: la farina viene cotta a vapore, quindi rimacinata per diventare più fine, infine fatta asciugare.
Più la precottura è spinta, più veloce sarà la preparazione, alcuni tipi sono pronti in 2-3 minuti!
Le farine precotte di solito non contengono sale, ma è sempre meglio verificare.
Allungare la cottura di qualche minuto rende più cremosa la polenta istantanea.

LA POLENTA FA INGRASSARE?

Adesso ritorno alla domanda iniziale… NO, la polenta non fa ingrassare!
A fare ingrassare sono caso mai i condimenti utilizzati per accompagnarla o per rinforzarla.
La dose corretta a persona è 100 gr e può tranquillamente sostituire pane e pasta.
Ottima anche raffreddata e tagliata a fette da abbrustolire sulla piastra, da consumare anche nei giorni a venire.
Buona polenta a tutti!

COS’HAI NELLA ZUCCA?

La notte di Halloween è oramai passata, ma il consumo di zucca non deve passare mai!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda è sempre attenta alla stagionalità degli alimenti, il cui consumo ci permette di portare in tavola alimenti più ricchi di vitamine e sostanze nutrienti, che saranno di conseguenza più sani e saporiti.
Quindi oggi parliamo proprio della zucca!

LA ZUCCA

Io amo tantissimo questo dono della natura! Ed è per questo che ora vi racconto qualcosa di interessante su questo splendido vegetale.
L’autunno è la stagione per eccellenza della “signora zucca” ed in questa stagione la zucca la fa proprio da regina, anche se oramai la potete trovare in vendita quasi tutto l’anno.
Ma sapete che un’ottima regola è rispettare la stagionalità dei cibi che la natura ci offre, a seconda dell’area geografica in cui si vive.
Questa regola vale per tutti i cibi ed è alla base di una buona e sana alimentazione.

TIPI DI ZUCCA

La zucca è stata importata in Europa dai coloni spagnoli americani.
Le prime immagini storiche di zucche risalgono ai primi decenni del 1500.
Ma i romani antichi mangiavano zucche?
Si, ma non delle specie e del genere che consumiamo oggi
La zucca può avere forme svariate: sferica, ovale, schiacciata, a bottiglia e la buccia può essere arancione, verde, gialla, violacea. Liscia o molto rugosa e bozzoluta.
Appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e ne esistono di specie diverse: maxima, pepo, moschata, ficifolia, argyrosperma ecc…
Esistono anche le zucche solamente decorative e non commestibili, che in questa stagione sono l’ideale per bellissime decorazioni e composizioni naturali.

USO IN CUCINA

È comunemente usata nella cucina delle più svariate culture, inclusa quella italiana e oltre alla polpa si possono consumare anche i semi.
Questi semi sono l’alimento con maggior contenuto di arginina e sono utilizzati come rimedio fitoterapico ad esempio nella cura dell’ipertrofia prostatica benigna.
Gli usi in cucina sono innumerevoli: al forno, al vapore, nel risotto, nel minestrone, nel ripieno dei tortelli, come hummus, come flan, come vellutate e anche in altri mille modi, tutti lasciati alla fantasia di chi si cimenta in cucina.
E anche la buccia, accuratamente lavata, può essere tranquillamente mangiata, perché ricca di nutrienti portentosi.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Da un punto di vista fitoterapico ha proprietà ipotensive, diuretiche, lassative e anche antitumorali. Va bene per i disturbi allo stomaco, per disturbi renali, per malattie delle coronarie e arteriosclerosi.
La zucca è una miniera di caroteni, provitamina A, vitamina C, vitamine del gruppo B.
Ricca di fosforo, ferro, magnesio e potassio, calcio. È ricca di fibra solubile e ciò le conferisce effetto saziante sull’appetito.
Ha però un indice glicemico abbastanza elevato e allora se siete in regime dimagrante, attenzione a non consumarne in elevate quantità!
Vi lascio con una curiosità: la zucca più grande mai coltivata ha raggiunto il peso record di 1147 kg…più di una tonnellata!

MENOPAUSA, IL CAMMINO DELL’ETà

Il 18 ottobre 2021 è stata la Giornata Mondiale della Menopausa, un’occasione in più per parlare della salute delle donne non più giovanissime.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ce ne parla ampliamente nell’articolo settimanale dedicato al benessere e alla salute.

MENOPAUSA, L’ETÀ CHE AVANZA

Tempo addietro la menopausa era considerata quasi una sorta di menomazione, qualcosa da tener segreto e di cui vergognarsi.
Terminava il periodo fertile e la vita prendeva un’altra direzione, non sempre piacevole, l’entrata ufficiale nella vecchiaia, insomma
Per fortuna oggi questa concezione è cambiata!
La consapevolezza del proprio corpo permette di vivere questo delicato e inevitabile periodo della vita della donna in modo molto sereno e senza grossi problemi.
Sei ancora relativamente giovane, ma non vuoi arrivare impreparata alla menopausa?
Hai superato gli “anta” e senti che qualcosa è cambiato?
Temi le vampate, l’umore nero, i chili in più, i cambiamenti nella vita sessuale della coppia?
Naturalmente il primo passo è parlarne col ginecologo di fiducia per sgomberare il campo dalle paure, dai dubbi e poter vivere questa importante stagione della vita con serenità.
Lo stile di vita e l’alimentazione giocano un ruolo importantissimo!

COME CAMBIANO GLI ORMONI

Tenete presente che il periodo di premenopausa inizia nei 3-7 anni precedenti l’effettiva menopausa.
Il ciclo è ancora presente, ma gli ormoni iniziano a fluttuare cambiando proporzioni fra di loro.
Cala il progesterone, calano gli estrogeni, tendono a prevalere gli androgeni, anche se in modo relativo.
È per questo motivo che bisogna giocare d’anticipo.
Diminuisce la leptina (che dà il senso di sazietà) e cala la serotonina per cui si ha voglia di dolci la sera a scopo compensatorio.

L’ALIMENTAZIONE CORRETTA

Una buona menopausa dipende anche dalla bilancia!
Bisogna mantenere il peso costante e perciò investire in uno stile vita corretto: movimento fisico, controllo del peso e controllo dell’infiammazione.
Cosa si può fare?
• Ridurre gli zuccheri. Attenzione alle bevande dolci. Oltre a favorire i picchi glicemici, contengono sostanze che favoriscono l’osteoporosi.
• Ridurre l’uso del sale. In caso contrario si favorisce la ritenzione idrica, l’innalzamento della pressione arteriosa. Usare più spesso spezie ed erbe aromatiche!
• Attenzione alle diete iperproteiche, favoriscono l’eliminazione del calcio attraverso le urine.
• Ridurre i grassi saturi e favorire l’uso di grassi insaturi, cioè quelli buoni: olio evo, semi oleosi, omega3 e 6, avocado, pesce azzurro. I grassi non vanno eliminati, ma scelti con criterio.
• Usare cibi a base di soia, ma senza esagerare
• Via le sigarette! Fanno male a tutte le età, ma in menopausa ancor di più! Lo sapete che il fumare anticipa anche di due anni la menopausa?
• Abbiate cura del vostro intestino e fate in modo che sia un intestino felice! Con il trascorrere degli anni si riduce la produzione di bile e l’intestino è più stanco e accumula con maggior facilità le tossine che in giovinezza eliminava senza problemi. Si riduce in generale il metabolismo e l’organismo fa fatica ad assimilare gli alimenti e i loro nutrienti. Diminuire la quantità di cibi assunti è una buona regola. Scegliere la qualità e non la quantità!
• Camminare, camminare, camminare! O meglio ancora praticare un’attività fisica adeguata
• Coltivare la vostra mente! Non lasciare nell’inattività il vostro cervello e i vostri sentimenti!

ALLERGIA AL NICHEL, COSA MANGIARE E COSA EVITARE

Avrete senz’altro sentito parlare dell’allergia al NICHEL, forse ne soffrite voi stessi o qualche vostro conoscente.
Lo sapete che è anche legata al cibo?
Scopriamo come con la dottoressa Chiara D’Adda.

ALLERGIA AL NICHEL

È un’allergia estremamente comune e il sesso femminile risulta quello maggiormente colpito, probabilmente per il maggior uso di gioielli, bigiotteria, cosmetici, detergenti ecc…
Tenete presente che il nichel è un metallo pesante altamente resistente all’aria e all’acqua ed è onnipresente sulla superficie terrestre. In bassissime quantità è necessario all’organismo.

Il sintomo principale dell’allergia al nichel è la dermatite da contatto, cioè uno sfogo cutaneo con prurito (ma anche eritema, vescicole, taglietti, secchezza) che compare quando la nostra pelle entra in contatto con un oggetto o cosmetico che contiene tale metallo.
Questo avviene entro le 12- 48 ore dopo il contatto e persiste anche per settimane.

NICHEL E CIBO

Non tutti sanno che il nichel è contenuto anche in svariati alimenti, la cui assunzione può dare sintomi sfumati e lievi come dolore addominale, meteorismo, acidità, oppure più evidenti come nausea, mal di testa, vertigini, difficoltà respiratorie, tosse, dolori vari, rush cutanei, stanchezza, dolori alle articolazioni, mialgie, senso di fatica cronica, rinite, asma.

Un’assunzione eccessiva di nichel è stata messa in correlazione anche con alcune forme tumorali (polmone e prostata), infarto e ictus.
È una allergia da accumulo, cioè i sintomi si manifestano dopo aver accumulato nell’organismo elevate quantità di nichel.
Il cibo è la principale fonte di esposizione al nichel, che è presente in molti costituenti di una normale dieta.

IN QUALI ALIMENTI È CONTENUTO

In linea generale i prodotti vegetali hanno un contenuto superiore rispetto ai prodotti animali.
Contenuto elevato:
• Frutta secca (arachidi, mandorle, noci, nocciole, anacardi), cereali (avena, miglio, segale, grano integrale), cacao e derivati, legumi (soia, lenticchie, fagioli, piselli), tè , lievito in polvere, bibite in lattina
Contenuto medio:
• Asparagi, cipolle, spinaci, pomodori, ortaggi, crostacei, molluschi, uova, patate
Contenuto basso:
• Riso, farro, carne, latticini, ceci, peperoni, barbabietola, cetrioli, melanzane, zucchine, melone, pesca, banana, birra artigianale, tisane, infusi, agrumi.

Questo è solo un minimo riassunto, esistono tabelle più complete da consultare.
Una dieta senza nichel è impossibile da mettere in pratica: perché è impossibile eliminare completamente i cibi contenenti nichel e perché il nichel contenuto nel cibo è difficile da determinare.
Ogni persona poi possiede un limite di tollerabilità personale, superato il quale manifesta dei sintomi.
Ogni caso va valutato singolarmente, perché uno stesso alimento responsabile di sintomi in un individuo spesso non comporta alcun sintomo per un altro.
È importante rivolgersi ad uno specialista e consultare diverse tabelle che possono essere d’aiuto nella gestione della terapia dietetica.

LA BARBABIETOLA ROSSA, PROTAGONISTA IN TAVOLA

La dottoressa Chiara D’Adda ci parla oggi di un ortaggio molto particolare: la barbabietola rossa.
Poche persone ne conoscono veramente i benefici nutrizionali, anche perché non è un alimento che rientra nella tradizionale alimentazione italiana, viene infatti cucinato poco.
Ma qualcosa sta cambiando…

LA BARBABIETOLA ROSSA

Lo sapete che la barbabietola rossa è il nuovo “chic” in cucina?
Per tanto tempo le barbabietole rosse hanno subito anni di oblio e di confezioni sottovuoto, discretamente relegate nelle corsie frigo dei supermercati…
Confezioni di una tristezza notevole, in grado di far scemare qualunque desiderio di mangiarle.

Fortunatamente sono tornate protagoniste sulle nostre tavole!
Sono belle, colorate quel tanto che serve per dare un tocco ricercato alle nostre ricette e super buone.
Uno scrigno nascosto di acqua, fibre, vitamine, minerali, oligoelementi.
Fra i minerali trionfa il ferro assorbibile, fondamentale per fare “buon sangue”, soprattutto quando veicolato con la vitamina C di un po’ di succo di limone.

I BENEFICI NUTRIZIONALI

La barbabietola rossa è un ortaggio a radice e non va confusa con la barbabietola bianca che è utilizzata per la produzione dello zucchero.
Ha un sapore leggero e dolciastro.
È un ortaggio ricco di:
• fibre (aiuta a regolare i livelli di glicemia e colesterolemia)
• folati (vitamina B9, molto utile in gravidanza)
• potassio (molto usata dagli sportivi)
• magnesio
• manganese
• ferro
• zero colesterolo
Possiede un’azione antianemica (succo fresco), un effetto alcalinizzante, un’azione ipolipidemica, un effetto lassativo, potenzia il sistema immunitario.

COME CONSUMARLA

Grazie al suo contenuto in fibre può essere consumata, con moderazione, anche in caso di diabete.
Ne è sconsigliato l’uso eccessivo per chi soffre di calcolosi renale, visto l’elevata quantità di sali minerali e di ossalati in esse contenuti.
Non spaventatevi se notate le urine o le feci rossastre poche ore dopo aver consumato delle barbabietole perché non è sangue, bensì un pigmento tipico di questo tubero, la betacianina!
È consigliabile consumarle stufate o gratinate ed è meglio evitare le cotture prolungate.
E voi come le cucinate?

IL CHICCO PREZIOSO DELL’UVA

Bianca, rossa, nera, l’uva è la protagonista di settembre.
Ce ne parla la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda, sempre attenta alla stagionalità degli alimenti, per una dieta sana, che rispetti il ciclo naturale.

STORIA DELL’UVA

L’uva è uno dei frutti più antichi e più diffusi al mondo.
L’analisi di molti reperti fossili indica che i vitigni selvatici esistevano già più di 65 milioni di anni fa ed erano presenti su tutta la superficie del globo, anche in luoghi incredibili come l’Alaska e la Groenlandia.
Naturalmente questa distribuzione si è molto ristretta durante le glaciazioni.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

L’uva è la frutta più coltivata al mondo dopo l’arancia, ma solo una minima parte del raccolto è consumato come frutta, la maggior parte è destinata alla produzione di bevande alcoliche.
Due tipi di nutrienti emergono nella composizione dell’uva: gli zuccheri e le vitamine del complesso b.
Gli zuccheri sono presenti in percentuali che variano dal 15 al 30 % e sono predominanti il glucosio e il fruttosio, cioè zuccheri che passano direttamente in circolo, senza bisogno di essere digeriti.
Le vitamine sono la b6, la b1, b2 e b3, ma anche vit c, vit a e vit e.
L’uva contiene anche minerali come il potassio, il ferro e la fibra vegetale (pectina).
Possiede anche numerose sostanze che non rientrano in alcun gruppo classico di nutrienti, ma che svolgono all’interno del nostro organismo numerose funzioni. sono i composti fitochimici: acidi organici, flavonoidi, antocianidi e soprattutto il famosissimo resveratrolo.

L’UVA IN TAVOLA

Si può giustamente affermare che questo delizioso frutto apporta energia alle nostre cellule e che favorisce il buono stato di salute delle nostre arterie, specialmente di quelle coronariche.
Inoltre ha un’azione benefica sulle malattie epatiche, sulle malattie del tratto intestinale (ha un leggero effetto lassativo), sulle malattie dei reni, sulla gotta, sui processi favorenti il cancro.
È anche un ingrediente molto versatile, si può infatti utilizzare in piatti salati come il risotto o la schiacciata con l’uva.
Voi come la preferite?
Con i formaggi, nelle torte, negli arrosti, al naturale…oppure sotto forma di vino?

DIMAGRIRE DOPO LE FERIE, SENZA STRESS

In vacanza, solitamente, diminuisce lo stress ma aumenta il peso!
Quando le ferie finiscono ci allarmiamo perché vogliamo tornare subito in forma.
La nutrizionista Chiara D’Adda che ci spiega come dimagrire, con una regola fondamentale: ripartire sì, ma senza frenesia!

I CHILI PRESI IN FERIE

Riposo, divertimento, sole, mare e montagna, hanno fatto un piccolo miracolo: corpo e mente si sono allineati, ma…
Durante le vacanze si stacca dalla routine, ci si rilassa e si assaporano più cibi gratificanti.
Si sa che i cibi gratificanti sono certamente buonissimi, ma se assunti in dosi non consone portano anche ad un leggero aumento del peso corporeo.
Si parte carichi di valige e di buoni propositi, e si torna (spesso) più pesanti di prima.

Per quanto riguarda il peso che eventualmente si prende in vacanza, ho proprio scritto “leggero”, perché sappiate che si può benissimo rimediare.
Saranno solo un paio di chili guadagnati, si fa per dire, al ristorante, in pizzeria, con gli aperitivi, con i gelati, con troppa frutta (eh si…la frutta fa benissimo, ma senza esagerare).
Per rimettersi in forma dopo l’estate non servono terribili sacrifici o salti mortali, niente panico!
È come essere al primo giorno di un nuovo anno, ma più in forma psicologicamente e con tanta voglia di mantenere il benessere generale e l’energia. E ne abbiamo tutti così bisogno!

LA DIETA

Per prima cosa occorre ripristinare i propri ritmi, primo fra tutti quello sonno- veglia.
Un sonno adeguato non può che far bene e udite udite…aiuta a dimagrire!
Evitare di fare digiuni o saltare i pasti: questo comportamento non porta mai nulla di buono.
Adottare un regime alimentare equilibrato, privilegiando alimenti che aiutano a drenare i liquidi, come gli alimenti ricchi di potassio (da limitare invece se si hanno problemi renali): kiwi (che hanno anche un buon effetto lassativo), limoni, pompelmo, cipolle, rucola, ravanelli, asparagi, mele ecc ecc.
Ovviamente questi alimenti non devono sostituire i pasti, ma essere integrati in una dieta equilibrata, dove saranno presenti verdure, legumi, carni bianche, pesce, carni rosse magre, frutta secca, semi oleosi e anche pasta!

La dieta equilibrata è quella in qui sono presenti tutti i macro e i micronutrienti, con dosi giuste per quella determinata persona.
Le diete severe e punitive fanno perdere liquidi, non massa grassa! Anzi, si rischia di veder diminuire la massa magra, i nostri muscoli e di perdere forza e serenità.
Combinata ad una sana alimentazione, è consigliabile riprendere l’attività sportiva praticata solitamente o iniziarne una nuova e stimolante.
Se potete rivolgetevi ad un esperto in alimentazione che vi aiuterà a incrementare il metabolismo, aumentare la massa magra, recuperare funzionalità motoria, la flessibilità.

Tornati a casa dopo le vacanze, dobbiamo fare scorta di energia e dare la possibilità al nostro corpo e alla nostra mente di fronteggiare gli ostacoli autunnali e invernali che inevitabilmente si presenteranno. Di qualsiasi tipo essi siano!

AGLIO SUPERFOOD, PROPRIETÀ E BENEFICI

O lo si odia o lo si ama… stiamo parlando dell’aglio!
Alcuni odiano la sua indigeribilità e il suo odore pestilenziale, altri (la maggioranza) lo ritengono un ingrediente fondamentale della cucina e dell’alimentazione.
Qualcuno è allergico in maniera vistosa, altri non ne possono fare a meno.
La dottoressa Chiara D’Adda ci spiega pro e contro dell’aglio.

L’AGLIO

L’aglio è una pianta bulbosa della famiglia delle ALIACEAE e del genere Allium, come la cipolla, il porro, l’erba cipollina.
Viene consumato da millenni, ma le sue origini sono incerte.
Si sa per certo che già i Sumeri, gli Egizi, gli Indiani lo consumassero più di 4000 anni fa.

L’ODORE

L’aglio si usa fresco oppure essiccato, in scaglie o in polvere.
L’aroma e il sapore caratteristici sono dovuti ad una serie di molecole contenenti zolfo.
Questi composti danno luogo a quello che l’effetto collaterale più vistoso del consumo di aglio: l’alito rivelatore!
I composti solforati una volta che sono nel nostro stomaco, ci rimangono e non possiamo farci nulla.
Inoltre l’allicina entra nel nostro flusso sanguigno e quindi si diffonde per tutto il corpo.
Ecco perché anche l’odore della pelle e del sudore subisce un’alterazione, quindi a nulla valgono i più svariati rimedi come masticare chicchi di caffè, passare foglie di prezzemolo su denti e gengive, bere latte o yogurt, insomma, bisogna rassegnarsi!

I BENEFICI

Ora guardiamo gli aspetti positivi del consumo di aglio.
Contiene una buona quantità di potassio, di vitamina C, di vitamina B6, di aminoacidi liberi.
Il consumo regolare di aglio ha effetti benefici e dimostrabili sull’apparato cardiovascolare e riduce il rischio di aterosclerosi e infarti.
Inibisce l’aggregazione piastrinica, riduce la viscosità del sangue, dilatando i capillari.
Diminuisce il colesterolo e la pressione sanguigna.
Studi recenti parlano anche di una riduzione della possibilità di contrarre tumori dello stomaco.

Nel 1858 Louis Pasteur scoprì che l’aglio aveva potenti proprietà antibatteriche e antisettiche, che purtroppo svaniscono se l’aglio viene cotto.
L’aroma e il sapore dell’aglio cotto sono diversi da quelli dell’aglio crudo, perché la temperatura innesca reazioni chimiche che modificano il nostro spicchio d’aglio.
Ogni giorno bisognerebbe consumare 2 spicchi d’aglio di media grandezza per assicurare benefici per la salute.
Ce la fate?