CETRIOLO COME ESTATE

L’estate è la stagione in cui la frutta e la verdura appare sulle nostre tavole, donando colori, sapori e allegria!
Una delle verdure più utilizzate è il cetriolo.
Abbiamo scelto questo argomento per il nostro appuntamento settimanale con la dottoressa nutrizionista Chiara D’adda.

IL CETRIOLO

È estate! Alzi la mano chi non mette nelle insalate un rinfrescante cetriolo a fettine!
Oppure lo combina con succosi e rossi pomodori.
O ancora lo usa per preparare dissetanti centrifugati o un goloso Tzatziki.

Il cetriolo è il frutto di una pianta che ha origine nel sud est asiatico, più di 10000 anni fa.
Si chiama Cucumis Sativus e appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e i suoi tralci possono superare il metro di estensione.
I frutti sono lunghi da 15 a 25 cm, salvo eccezioni, e hanno un diametro di massimo 5 cm.
Si mangiano acerbi perché troppo maturi perdono la loro croccante fragranza e diventano spugnosi, giallognoli e amari.

BENEFICI

Mangiare un cetriolo è come bere un bicchiere d’acqua! Infatti è composto al 96 % da acqua. Questo non significa però che abbia uno scarso valore nutrizionale…anzi, quei restanti 10 g di materiale solido hanno un grande valore biologico e notevoli proprietà curative.
Il suo alto valore dietetico e terapeutico è dato soprattutto dal fatto che contiene minerali che hanno una azione altamente alcalina, atta a combattere l’acidosi generalizzata del nostro organismo.

Contiene: potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio e anche zolfo.
È quindi:
depurante, facilita cioè l’eliminazione delle sostanze di scarto dal circolo sanguigno attraverso urine e la pelle
diuretico, cioè incrementa il volume dell’urina.
alcalinizzante, cioè neutralizza le sostanze residue in eccesso prodotte dall’organismo per il troppo consumo di cibi di origine animale.
lassativo, perché ha un alto contenuto di acqua e di fibra solubile.

COME MANGIARLO

Il cetriolo si mangia solitamente crudo.
Dato che lo si coglie quando non è ancora maturo, occorre masticarlo bene per prevenire indigestioni.
È sempre meglio sbucciarlo per evitare i residui dei pesticidi usati nel caso non sia di origine bio.
Se invece avete la fortuna di avere un orto dove coltivarlo, la buccia si può benissimo tenere… anzi! La buccia si può impiegare in tante ricette e sappiate che la buccia appena appena scottata, si può aggiungere a gustose insalate.
È pure utile nel campo di rimedi medici naturali per alleviare le scottature e le irri

FAVOLOSE FAVE

Lo sapete che le fave sono probabilmente il più antico legume mai coltivato?
Ebbene sì, l’umanità mangia fave da millenni!
Tutte le informazioni sulle fave ce le elenca la dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda.

LE FAVE

Le fave sono il seme del frutto che nasce dalla pianta Vicia faba, un’erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose, il cui stelo può arrivare fino ad un metro d’altezza.
Da un punto di vista botanico, il frutto consiste in un legume formato da un baccello carnoso di colore verde, lungo da 15 a 25 cm e all’interno del quale possono esserci 6- 7 semi, le fave stesse.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Hanno una notevole quantità di proteine di alta qualità biologica, carboidrati soprattutto in forma di amido e praticamente non contengono grassi. Tra le vitamine troviamo la B1, i folati (così preziosi) e la vitamina C.
Contiene anche molti minerali, ma quello più abbondante è il ferro, con una percentuale vicina a quella della carne. Si tratta di ferro non eme, la cui assimilazione è però favorita dalla contemporanea presenza della vit. C.
Sono ricche di fibre e questo contribuisce ad abbassare e stabilizzare il livello nel sangue del colesterolo. Soprattutto sono efficaci per abbassare il colesterolo LDL (quello cosiddetto cattivo).

BENEFICI

Aiutano a favorire il buon funzionamento dell’intestino e possono aiutare a contrastare malattie cardiovascolari e il diabete.
Anche il cervello ne trae beneficio, perché le fave contengono L-dopa, un precursore di alcune sostanze presenti a livello cerebrale.
Contengono manganese e, si sa, che una dieta ricca di manganese può aiutare a prevenire artrite, artrosi e osteoporosi.

CONTROINDICAZIONI

Esiste però una seria controindicazione al consumo delle fave: non devono essere assolutamente mangiate da chi soffre di favismo, patologia in cui è presente un difetto congenito di un enzima normalmente contenuto nei globuli rossi del sangue.
Questo difetto enzimatico si trasmette per via ereditaria tramite il cromosoma X.
La malattia compare dopo12-48 ore dall’assunzione di fave fresche. Nei casi più gravi circa la metà dei globuli rossi viene distrutta.
È una malattia diffusa soprattutto in Sardegna.

COTTE O CRUDE?

Si possono mangiare crude, ma attenzione, solo se fresche e tenere.
Cotte è il modo più sicuro, perché il calore neutralizza una proteina tossica detta lectina (contenuta anche in altri legumi).
Sono molto curiosa… Voi come le preparate?

LIMONE, RE DELL’ESTATE DALLE GRANDI PROPRIETÀ

Si utilizza durante tutto l’anno, ma è col caldo che il limone sale prepotentemente sul podio del vincitore!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega le proprietà e gli usi del limone.

LE ORIGINI DEL LIMONE

Il limone è il frutto della pianta detta Citrus Limon, un alberello spinoso e sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutacee, che ha un’altezza da 3 a 6 metri.
Secondo alcuni studi è un ibrido e deriva dall’arancio amaro incrociato con il cedro.

LE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Il componente predominante del limone è la vitamina C.
Non ha proteine né grassi e contiene circa l’8,23% di carboidrati.
Sono importantissimi i contenuti di acidi organici: acido citrico, acido malico, acetico e formico.
È ricco di flavonoidi contenuti sia nella polpa che nella buccia: esperidina e diosmina.
Contiene anche terpeni, cioè quelle sostanze che conferiscono agli agrumi il loro caratteristico aroma.
Si trovano prevalentemente nella buccia e il più abbondante è il d-limonene.

L’USO IN CUCINA

Si può dire che il limone si trova 365 giorni all’anno nei frigoriferi delle famiglie italiane.
In quanti modi si può utilizzare?
Io penso che siano infiniti!
Si va dalla più che famosa spremuta, alla limonata, ai sughi per la pasta, agli arrosti, al pesce, come condimento nelle insalate e nelle verdure lessate… persino nel sugo di pomodoro si può mettere la buccia grattugiata!
Vogliamo parlare dei dolci? Torte, crostate ecc ecc… E i gelati, i sorbetti, le granite?

Per quanto riguarda la nostra salute si sa che il limone ha un’azione antiossidante, protegge i capillari, ha azione anticancerogena.
È antianemico, migliora la fluidità del sangue, è depurante, elimina gli acidi urici.
Un vero re delle nostre cucine!

UNA CILIEGIA TIRA L’ALTRA

Il famoso detto “una ciliegia tira l’altra” è proprio vero!
Sono talmente buone, che non vorremmo smettere di mangiarle.
Che ne dite di conoscerle meglio?
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega le caratteristiche nutrizionali delle ciliegie.

LE CILIEGIE

Sono il frutto di un albero che appartiene alla famiglia delle Rosacee e che viene con molta probabilità dall’Asia.
Esistono due specie principali di alberi: il Prunus cerasus (ciliegio acido) e il Prunus avium (ciliegio dolce).
Il colore di questi frutti varia dal rosso chiaro al rosso scuro, quasi nero.
Si raccolgono da metà maggio a fine giugno e una volta staccate dall’albero non maturano più.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Si sa che la frutta fa bene al nostro organismo… ma le ciliegie hanno una marcia in più.
Sono ricche di vitamina C e A, con le quali si protegge la vista e si contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario.
In loro si trova anche acido folico, calcio, potassio, magnesio, fosforo.
Notevole la presenza di flavonoidi che sono importantissimi per la lotta ai radicali liberi.

BENEFICI DELLE CILIEGIE

Lo sapete che possono aiutare a dimagrire?
Soddisfano la voglia di dolce e hanno poche calorie, depurano il sangue, drenano il fegato e migliorano la funzionalità delle vostre articolazioni, inoltre hanno un discreto effetto lassativo, per cui non consumatene più di 25- 30 al giorno!
Questa dose può essere aumentata se però non si consuma altra frutta… se no il mal di pancia è in agguato!
Sono disintossicanti, depurative, antinfiammatorie, antiossidanti, diuretiche e antireumatiche… cosa volere di più?
Ultima chicca: con i peduncoli si possono realizzare tisane e decotti, utili per purificare i reni e calmare gli episodi di cistite.

QUANTO MI COSTI!

C’è un’obiezione che spesso mi viene fatta e riguarda il costo delle ciliegie!
Se è vero che le troviamo in vendita a un costo non prettamente economico, è altrettanto vero che l’apporto delle vitamine e delle proprietà benefiche sono estremamente importanti.
Purtroppo il cambio climatico degli ultimi anni ha portato a una diminuzione della produzione e quindi al conseguente aumento di prezzo.
Possiamo godere di questo frutto solo per pochi giorni, quindi concediamoci questa leccornia, magari rinunciando a cibo meno sano.

IL BURRO FA MALE?

Cosa sai davvero del burro?
Lo eviti perché fa male o ne conosci le proprietà nutrizionali?
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di darci delle informazioni circa il burro e abbiamo scoperto che poi, così male non fa!

IL BURRO

Oggi vi parlerò di uno dei più comuni grassi usati nella vita quotidiana.
Il tanto demonizzato burro!
Che non è poi così “cattivo” se viene usato con consapevolezza.
Non mi stancherò mai di ripete che, prima di condannarlo, bisogna conoscerlo, perché anche i temuti grassi sono importanti per la salute.
Infatti svolgono un ruolo nutritivo importante e sono assolutamente essenziali in una dieta sana.
Soprattutto sono il veicolo attraverso il quale introduciamo preziosi fattori vitaminici, che sono appunto chiamate vitamine liposolubili.
Infine servono per la produzione degli ormoni che regolano molti dei processi vitali per l’organismo.

COS’È

Il burro è la parte grassa del latte, separata dal latticello (siero) e condensata.
Questo tramite un processo di inversione di fase, derivante dalla panna. Il risultato del procedimento è un’emulsione in cui risultano disciolti zuccheri e proteine.
È molto energetico, circa 758 per 100gr.
Crudo è molto digeribile.
Ha un aspetto solido e consistenza morbida, con un colore variabile dal bianco latte al giallo pallido.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

È inoltre ricco di calcio, di vitamina D (toccasana per ossa e tanti altri organi e altre funzioni dell’organismo umano) e di vitamina A (930 microgrammi per 100 gr), che serve per mantenere bella la pelle, proteggere la vista e coadiuvare il sistema immunitario. Contiene anche vit. E, potassio, fosforo, sodio.
Le calorie sono le stesse di tutti i grassi, anzi… meno rispetto a molti altri.
Lo sapete che un etto di burro fornisce circa 150 calorie in meno di una uguale quantità di olio, sia esso di oliva o di semi?
Le linee guida ufficiali per una sana alimentazione permettono un consumo di 10 grammi al giorno.
Il consumo migliore è a crudo.
Crudo e in piccole quantità potrebbe essere l’ideale per la colazione dei bambini, perché è nutriente e digeribile

LE CONTROINDICAZIONI

Però c’è un contro: come la maggior parte di quelli di origine animale, il burro è un grasso saturo, cioè ha una struttura molecolare rigida e lineare che tende a “impacchettarsi”, ad accumularsi sulle pareti delle arterie irrigidendole e favorendo la formazione del così detto colesterolo cattivo (LDL), quello cioè che fa aumentare il rischio di ictus e infarto.

Attenzione alle cotture e soprattutto ai fritti, perché il punto di fumo (cioè la temperatura alla quale il grasso si altera e iniziano a formarsi sostanze tossiche) è inferiore a 100 gradi C, contro i 130-200 gradi degli olii… massima attenzione a non far diventare nero il burro nelle cotture.

CARRUBE, UN TUFFO NEL PASSATO

Per la Generazione Z sarà difficile riconoscere le carrube, ma chi ha oramai qualche anno in più, le ricorda sicuramente!
La dottoressa Chiara D’Adda, ci offre un salto nel passato parlandoci proprio delle carrube.

LE CARRUBE

Le carrube sono i frutti di un albero che si chiama Ceratonia siliqua.
Sono a tutti gli effetti dei legumi, dato che il carrubo viene fatto rientrare nella famiglia delle leguminose.
È un albero sempre verde originario della Siria e oggi ampiamente diffuso in tutto il Mediterraneo.

Purtroppo le Carrube sono quasi completamente dimenticate, come uso alimentare.
Mentre per alcuni sono il ricordo dell’estate, quando da bimbi ci si divertiva a rosicchiare questi strani e dolci frutti, soprattutto durante le vacanze al mare o in campagna, mentre per i bambini di oggi sono totalmente sconosciute.
Peccato, perché le carrube hanno delle importanti proprietà.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Sono ricche di fibre, che le rendono perciò un cibo altamente saziante.
Povere di grassi, hanno un buon contenuto di proteine e di minerali, tra cui: potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, selenio, zinco, ferro.
Sono anche fonte di vitamine del gruppo B, di vit.C, vit E e K.
Sono ricche di sostanze antiossidanti, come polifenoli e flavonoidi, tannini.
Hanno perciò un effetto antinfiammatorio e antiossidante superiore a quello del cacao.

FARINA E POLPA

In effetti la farina di carrube è un ottimo surrogato del cacao.
Regolano la funzione intestinale e per ciò sono indicate sia nel caso di diarrea che di stitichezza.
La farina di carrube ha la proprietà di assorbire l’acqua e per questo ha un efficace effetto antidiarroico.
Invece la polpa di carruba, ricca di pectina e fibre è in grado di favorire il transito intestinale e ha effetto lassativo.
Altri studi ci dicono che i polisaccardi presenti nelle carrube sono efficaci nel contrastare l’ipercolesterolemia e sono pure in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri, favorendo la regolazione della glicemia.
La farina di carruba svolge pure un’azione benefica per il controllo del reflusso gastroesofageo e del colon irritabile (IBS).

Voi le conoscete? Magari ogni tanto le mangiate? Sono curiosa di saperlo…

CONOSCI LA GRANOLA?

Conoscete la “granola”?
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci racconta che è un delizioso mix tostato di cereali, frutta secca, miele, semi, frutta disidratata.
Solitamente consumata a colazione e ora molto in auge fra gli sportivi per la grande carica energetica che può fornire.
È stata ideata nel 1878 circa da John Kellogg, proprio quello dei famosi fiocchi integrali Cornflake!

I BENEFICI

Consumare granola fornisce molta energia, aiuta a combattere la stanchezza e l’affaticamento, può essere una buona strategia alimentare nei momenti di convalescenza oppure se si soffre di disturbi da affaticamento cronico o di fibromialgia.
Con tutte le fibre che contiene è un valido aiuto per il funzionamento dell’intestino, previene la stitichezza e altri eventuali disturbi.
Aiuta la funzionalità epatica ed anche le difese immunitarie.

COME CONSUMARLA

Di solito viene consumata a colazione, ma si può assumere in ogni momento della giornata, abbinata a prodotti freddi, in modo che non perda la peculiare croccantezza.
Per esempio latte vaccino o latte vegetale, o yogurt (in questo caso consiglio yogurt greco a 0 grassi).
Per rendere il pasto più completo a livello nutrizionale, aggiungete della frutta fresca tagliata a cubetti.

LA RICETTA

Ora si trovano in commercio molti prodotti già pronti, anche se l’ideale rimane sempre il prepararla a casa, con prodotti scelti da noi.

Ricettina?
200 gr di fiocchi d’avena
50gr di farro soffiato
30 gr di mandorle, nocciole, noci, mirtilli rossi o neri
80gr di cioccolato
50gr di zucchero di canna
Olio di riso
Acqua
1 cucchiaino di miele

Mescolare tutti gli ingredienti.
Distribuite la preparazione su una teglia capiente rivestita di carta forno. Per una resa ottimale assicuratevi che gli ingredienti siano ben livellati e non troppo sovrapposti. Cuocete per un’ora in forno preriscaldato a 160°.
Dopo circa 20 minuti di cottura girate la granola con un cucchiaio, senza sbriciolarla, per ottenere una cottura uniforme.
Proseguite la cottura fino a quando la granola risulterà croccante.
Lasciate raffreddare e infine rompete con le mani.

Buona granola!

ALLERGIE CROCIATE

Primavera e allergia, il bello e il brutto della stagione!
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci spiega come, anche gli alimenti che mangiamo, possono dare reazioni crociate ad allergie che apparentemente non sembrano collegate al cibo, come ai pollini, erbe, graminacee ecc.
Secondo quanto dichiarato dall’istituto Humanitas di Milano, “il 70% delle persone allergiche ai pollini soffre di reazioni crociate con gli alimenti”.

ALLERGIA E SISTEMA IMMUNITARIO

È arrivata finalmente la bella stagione!
Ma non per tutti, visto che più del 30% della popolazione italiana la teme, perché soffre di allergie di vario tipo, sinonimo di naso che cola, starnuti, tosse, solletico alla gola e occhi arrossati, lacrimazione abbondante e fastidiosa, prurito. E nei casi più gravi, attacchi d’asma!
La causa di queste manifestazioni è dovuta ad una reazione alterata del sistema immunitario verso alcune sostanze che l’organismo riconosce come non compatibili, producendo di conseguenza anticorpi particolari che provocano la liberazione di istamina e altre sostanze pro-infiammatorie dalle cellule immunitarie.
Si evidenzia cioè una risposta eccessiva del sistema immunitario nei confronti di sostanze normalmente non pericolose per l’organismo.

ALLERGIE CROCIATE

A scatenare questa risposta sono porzioni delle proteine presenti nella sostanza cui si è allergici.
In questo periodo è molto importante per i soggetti allergici porre molta attenzione alla possibilità di ALLERGIE CROCIATE con gli alimenti che si assumono.
Ciò che mangiamo è sempre di cruciale importanza per i soggetti allergici, anche se fortunatamente, per esempio, non tutte le persone allergiche ai pollini hanno necessariamente un’allergia crociata agli alimenti.
Ma nel dubbio è sempre una buona cosa procurarsi e consultare un “calendario pollinico”, cioè un elenco che vi mostra la stagionalità e di conseguenza il periodo dell’anno a rischio per le vostre allergie. E soprattutto vi elencherà gli alimenti che in quel periodo possono dare una reazione crociata, se assunti.
La raccomandazione principale rimane quella di evitare di consumare gli alimenti responsabili di sindrome orale allergica, durante il periodo di pollinazione.

ALIMENTI DA EVITARE

C’è da dire che il vostro bravo allergologo, vi avrà già fornito le informazioni necessarie, oltre che le cure mirate e giuste. E vi avrà invitato a conoscere le relazioni tra le piante e /o i pollini e gli alimenti vegetali. E di conseguenza anche una dieta opportuna, al fine di evitare anche squilibri o carenze nutrizionali.
Ora vi faccio un esempio.
Siete allergici alle betullacee? Attenzione al consumo di mela, pera, pesca, ciliegie, prugne, frutta secca, kiwi, carote, sedano, prezzemolo, finocchio, fave, soia.
Un altro esempio?
La parietaria o erba vetriola o erba muraiola, la cui fioritura dura a lungo e la quantità di polline emesso è abbondante, contiene anche molta istamina. Per questo tipo di allergia sarebbe meglio limitare: basilico, more di gelso, piselli, melone, ciliegie, ortica.
Evitare: anguria, pesche, carote, sedano, finocchio, kiwi
Vi anticipo anche che secondo l’American College of Asthma and Immunology, alcuni alimenti sono in grado di ridurre i sintomi e persino l’intensità delle allergie stagionali!
Gli studi sono in corso!

UOVA, PROPRIETÀ E CURIOSITÀ

Avete festeggiato la Santa Pasqua?
C’è un alimento che è diventato un simbolo, oltre alla classica Colomba, della Pasqua?
Le UOVA naturalmente!
Che siano di cioccolato o proprio quelle che le galline ci regalano, le uova compaiono sempre sulla tavola pasquale.
La dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda ci racconta i benefici nutrizionali delle uova.

LE UOVA IERI E OGGI

Le uova sono state demonizzate per anni, adducendo motivazioni che oramai sono superate da decenni e questo per merito degli studi nutrizionali aggiornati.
Tempo addietro si vedeva solo la necessità di limitare l’assunzione di grassi saturi e di colesterolo, contenuti all’interno delle uova, il tutto per prevenire il rischio di patologie cardiovascolari.
Oggi si è studiato a fondo questa relazione e si è visto che i grassi saturi non incrementano in modo significativo questo rischio e che la quasi totalità del colesterolo ematico deriva da sintesi a livello del fegato e non da quanto se ne assume con l’alimentazione.
Anzi, ora le uova sono viste come un alimento che dona benessere, a patto naturalmente che non si soffra di allergie manifeste.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Per cui, piena riabilitazione di questo splendido cibo, fonte versatile di proteine e vitamine.
Inoltre le uova contengono acido stearico, che è un grasso saturo che viene convertito in monoinsaturo dal fegato, con effetti positivi nella protezione dalle patologie cardiovascolari.
Il tuorlo contiene tante proteine e numerose vitamine e micronutrienti molto utili al benessere dell’organismo:
1) vitamina D, vitamina E, K, A, B6, B12
2) antiossidanti
3) colina, che è un precursore dell’acetilcolina, (neurotrasmettitore) e modulatore del metabolismo lipidico.
L’albume è un’ottima fonte di proteine, ma è composto sostanzialmente solo da queste, acqua e pochi nutrienti in piccole quantità.
Il contenuto proteico delle uova è quello a più alto valore biologico, infatti fornisce tutti gli aminoacidi necessari al nostro corpo e in quantità estremamente simili a quelle richieste dal corpo umano.

LE UOVA IN CUCINA

Le uova non devono mancare nella dieta di ciascuno di noi, senza abusarne, naturalmente e verificando l’origine controllata, prediligendo uova biologiche provenienti da galline allevate a terra.
Poi, ognuno di noi le cucinerà nel modo preferito!
Meglio evitare le uova fritte o preparazioni che richiedano l’utilizzo di oli in cottura.
Se si amano strapazzate o all’occhio di bue, è meglio utilizzare una buona padella antiaderente, senza usare olio e burro.
Sode o alla coque, in camicia o al forno sono modi salutari per cucinare e gustare questo prodigioso cibo.
Il codice che viene apposto su tutte le uova in commercio indica la tracciabilità del prodotto e riporta le informazioni relative all’origine.
Chi a Pasquetta ha messo nel proprio cestino da pic-nic anche delle buonissime uova sode e insalatina fresca ?

ROSSO FRAGOLA

Le fragole piaccio a tutti!
Si possono trovare le prime fragole già a fine marzo e ci accompagnano durante tutta la primavera, fino a luglio.
Abbiamo chiesto alla dottoressa nutrizionista Chiara D’Adda di parlarci delle fragole.

LE FRAGOLE

Vi confesserò… io impazzisco per le fragole, fin da piccola ne facevo abbondanti scorpacciate!
Fortunatamente in questo periodo i negozi e i reparti dei supermercati di frutta e verdura iniziano a proporle in modo quantitativo e soddisfacente.
E non sono certamente le fragole che vengono vendute anche d’inverno, che del sapore e della consistenza della fragola hanno poco o niente.
Erano coltivate già nell’antica Roma e oggi sono fra i frutti di bosco più consumati al mondo.
Lo sapete che la fragola è un falso frutto?
I frutti veri della Fragaria Vesca (la pianta della fragola) sono i piccoli semi (acheni) sparsi sul ricettacolo fiorale, trasformato in un corpo carnoso e rosso.

I BENEFICI

Il colore della fragola deriva da pigmenti vegetali chiamati “antocianidi”, molto simili ai preziosissimi bioflavonoidi.
Questi antocianidi svolgono una potente azione antiossidante, cioè neutralizzano i dannosi “radicali liberi”.
Le fragole sono uno degli alimenti con più basso contenuto calorico, circa 27cal per 100gr di prodotto.
Proprio per questo le fragole sono davvero un regalo quando si segue una dieta.
Pare che aumentino la produzione di un ormone chiamato adiponectina, che stimola il metabolismo e riduce l’appetito.
Hanno anche un basso indice glicemico, nonostante il sapore dolce e per questo l’insulina non subisce sbalzi con il loro consumo anche giornaliero e sono consigliate anche per chi soffre di diabete.
Sono costituite principalmente da acqua e carboidrati e sono anche ricche di vitamina C, folati, potassio, ferro, manganese.

LE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Lo sapete che il quantitativo di otto fragole fornisce più vitamina C di un’arancia?
Favoriscono anche le funzioni cerebrali
Sono diuretiche e facilitano l’eliminazione dell’acido urico, sono ricche di fibra solubile vegetale e contrastano perciò la stipsi.
Prima del consumo si consiglia di lavarle sotto l’acqua corrente, ma non lasciarle in ammollo, perché sono idrovore, tendono cioè ad assorbire acqua, quindi perderebbero la loro consistenza, diventando molli.
Per eliminare eventuali tracce di fitofarmaci, un rimedio utile è quello di passarle in una tazzina di vino rosso e poi passarle sotto l’acqua corrente.
Preferisci un prodotto italiano e di stagione.
Scegli fragole turgide con un colore rosso uniforme e col picciolo ben attaccato al frutto.
Se acquisti le fragole in vaschetta controlla che non vi siano frutti ammaccati o ammuffiti, perché nel giro di poco la muffa si può estendere a tutta la confezione.
Il modo migliore per consumarle è condirle con il succo di limone o spolverate con della granella, ma diciamo che anche la panna montata non guasta… una coccola è sempre concessa!
C’è un aspetto negativo della fragola? Purtroppo sì, ed è la facilità a scatenare fenomeni allergici. Ma questo, di solito, è già a conoscenza del potenziale consumatore