LA BARBABIETOLA ROSSA, PROTAGONISTA IN TAVOLA

La dottoressa Chiara D’Adda ci parla oggi di un ortaggio molto particolare: la barbabietola rossa.
Poche persone ne conoscono veramente i benefici nutrizionali, anche perché non è un alimento che rientra nella tradizionale alimentazione italiana, viene infatti cucinato poco.
Ma qualcosa sta cambiando…

LA BARBABIETOLA ROSSA

Lo sapete che la barbabietola rossa è il nuovo “chic” in cucina?
Per tanto tempo le barbabietole rosse hanno subito anni di oblio e di confezioni sottovuoto, discretamente relegate nelle corsie frigo dei supermercati…
Confezioni di una tristezza notevole, in grado di far scemare qualunque desiderio di mangiarle.

Fortunatamente sono tornate protagoniste sulle nostre tavole!
Sono belle, colorate quel tanto che serve per dare un tocco ricercato alle nostre ricette e super buone.
Uno scrigno nascosto di acqua, fibre, vitamine, minerali, oligoelementi.
Fra i minerali trionfa il ferro assorbibile, fondamentale per fare “buon sangue”, soprattutto quando veicolato con la vitamina C di un po’ di succo di limone.

I BENEFICI NUTRIZIONALI

La barbabietola rossa è un ortaggio a radice e non va confusa con la barbabietola bianca che è utilizzata per la produzione dello zucchero.
Ha un sapore leggero e dolciastro.
È un ortaggio ricco di:
• fibre (aiuta a regolare i livelli di glicemia e colesterolemia)
• folati (vitamina B9, molto utile in gravidanza)
• potassio (molto usata dagli sportivi)
• magnesio
• manganese
• ferro
• zero colesterolo
Possiede un’azione antianemica (succo fresco), un effetto alcalinizzante, un’azione ipolipidemica, un effetto lassativo, potenzia il sistema immunitario.

COME CONSUMARLA

Grazie al suo contenuto in fibre può essere consumata, con moderazione, anche in caso di diabete.
Ne è sconsigliato l’uso eccessivo per chi soffre di calcolosi renale, visto l’elevata quantità di sali minerali e di ossalati in esse contenuti.
Non spaventatevi se notate le urine o le feci rossastre poche ore dopo aver consumato delle barbabietole perché non è sangue, bensì un pigmento tipico di questo tubero, la betacianina!
È consigliabile consumarle stufate o gratinate ed è meglio evitare le cotture prolungate.
E voi come le cucinate?

Write a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *